Esplorare la felicità
Il mondo esterno è il sintomo fastidioso di un malessere. (Karl Kraus)
Mi ero accorto, emergendo da quelle mille catastrofi sofferte e mai verificatesi che spesso dominano la nostra mente, della mia profonda vocazione alla gioia. La mia avventura da pittore diventava sempre più consapevolmente e intenzionalmente una “Pittura della gioia”. Scoprivo che non era poi nemmeno tanto difficile modellare i propri umori, anche in presenza di disagi e perfino di malattie. Ma la scelta della gioia risulta lo stesso assai difficile in presenza delle brutte notizie che ogni giorno ci arrivano dal mondo.
L’accusa che risuona nella mente è di essere indifferenti e irresponsabili. Ma non è così. Proprio perché succedono tante cose brutte è necessario mantenersi nella lunghezza d’onda della letizia. Si deve immaginare che ogni gesto gioioso, ogni parola gentile, ogni parola d’incoraggiamento, ogni sorriso gratuito, ogni danza, ogni risata, ogni canto, ogni slancio entusiasta… è un input importante inserito nel grande minestrone della vita. E che la massa critica di questi gesti potrebbe cambiarne il sapore.
La letteratura e l’arte non hanno esplorato la gioia con la stessa cura e passione con cui hanno esplorato il dolore e il male. Immagino che sarebbe un cambiamento sorprendente se questo iniziasse ad avvenire. Non sarebbe rivoluzionario scoprire che la felicità è altrettanto, se non più, eccitante, succulenta, intrigante, avventurosa?
C’è un vuoto profondo nella tradizione culturale per quanto concerne la felicità. Non esistono ancora esploratori audaci di questo territorio sconosciuto.
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