La mia arte è un sì!
Il quadro che è nella testata si chiama “La nudité du bleu”.
Il titolo mi è stato suggerito da una cara amica su Facebook, subito dopo averlo fatto e postato sul social. Mi è piaciuto subito questo titolo. Sembra indicare l’essenziale di un concetto.
Allo stato dei fatti il mio manifesto artistico è nudo. Lo si potrebbe indicare con tre parole: “Essere un sì!”. Lo vado ripetendo a chi m’interroga. Soprattutto a chi mi chiede il perché di miei colori accesi. Un’ipotesi di pittura per la gioia di essere al mondo, di essere vivo.
Non sono attratto da forme d’arte che indugiano sul dolore, la sofferenza, l’esistenza lacerata. Ho scelto l’arte per uscire dal grigiore e dalla depressione. Ho scelto l’arte per costruire e per cantare. È la mia risposta a tutte le cattive notizie.
Quando si parla di Francis Bacon sembra si faccia un’elogio della sofferenza del vivere, dell’esistenza lacerata! Penso che fosse per lui invece il modo per uscire dalla lacerazione e dal dolore.
Sono dalla parte della cultura della creatività, del lavoro fiducioso di ricerca, del metodo scientifico, dell’impegno a ripensare tutto daccapo in senso costruttivo, dopo che abbiamo constatato che il principi del nostro modo di vivere sono crollati o stanno crollando. Ci sono epoche in cui il compito non è piangere o covare rancore, ma ripensare tutto daccapo e ripartire. Oggi è un’epoca così.
Ho cominciato a dipingere in maniera istintiva, energica, gestuale. Volutamente fauve, ignorante. Ora, dopo 18 anni, sto ripercorrendo a modo mio la vicenda complessa e ricchissima dell’arte contemporanea.
Mi divoro decine di video che trovo su Youtube e sono sovra eccitato nel seguire quei percorsi. Trovo che sia una storia avvincente, straordinaria. E vale la pena di non perdere un frammento di ogni svolta, di ogni movimento, di ogni ridefinizione dell’arte e dell’artista.
Oggi è l’epoca di connettere tutto con tutto, non di vivere di contrapposizioni, o di scelte che escludono. La sintesi sarà personale, ma il nutrimento può essere immenso e variatissimo. Dappertutto c’è qualcosa che merita di entrare nell’armamentario dell’artista contemporaneo.
Io voglio procedere così. E fare dello stesso processo di apprendimento e di elaborazione, un fatto artistico. L’arte dell’apprendere, del rielaborare e del creare. Nello stesso processo.
Il mio modo di imparare Egon Shiele
Mi piacciono molto le idee. Io vengo dalla Filosofia. Ma, quando incontro artisti che hanno segnato la storia, voglio apprendere anche con le mani, con il disegno. Lo strumento del disegno digitale facilita molto questo processo di immedesimazione con gli artisti attraverso il disegno. Idee con le parole, idee con le mani, è fantastico sentire che mente e corpo danzano insieme.
Mi piace molto che l’arte abbia invaso tutti gli aspetti della vita, mi piace il design, l’architettura, la composizione musicale elettronica, la danza, il balletto, il cinema, la fotografia, la letteratura…
Così studio Boccioni
Sono rimasto fulminato dalla conoscenza della vitalità straordinaria del Futurismo. C’è lì dentro un’anima che può essere largamente della nostra epoca.
Voglio che la mia arte sia un sì!
Categorie: Eugenio Guarini