Io voglio colorare il mondo
“1200 Paesaggio di Maremma”, acrilico su compensato, cm 100×120
No io non dico che là fuori è il paradiso. Cavolo, chi potrebbe dire una cosa del genere. Là fuori è piuttosto un inferno di questi tempi. Non dappertutto, certo, ma in tanta geografia. Sì voglio riconoscerlo che c’è un dannatissimo inferno là fuori. Che tutte quelle porcherie e quelle tragedie contro cui non fai che sbraitare, ci sono. Parole sacrosante. Il fatto che io non sia portato per le recriminazioni, la polemica e la denuncia, non vuol dire che non veda quest’inferno, che minimizzi la sua portata.
Il fatto che io non sia portato a questa fiera invettiva non mi preoccupa più di tanto. C’è un sacco di gente che ha la vocazione per quelle cose. Io m’impappinerei se mi unissi al coro. Il mio modo di rispondere è diverso. Ed è bene che io segua la mia natura.
Il mio modo è poca cosa, ma è qualcosa. Per me che sono piccolo e non più giovanissimo è però quasi tutto. E il mio modo è questo, colorare il mondo. Almeno il mio mondo, quello delle persone che mi sono prossime. Io faccio come il ciliegio che c’è nell’orto del mio dirimpettaio. Un bel ciliegio che ho fotografato ad ogni primavera. Lui continua a fare fiori e frutti, quale che siano le ondate infernali che si abbattono sull’umanità.
E oggi ho fatto questo quadro. Ho colorato un compensato di 12.000 centimetri quadrati. Non è tantissimo, lo so. Ma esprime bene il rapporto che io voglio intrattenere con il mondo. Io voglio colorare, voglio creare aree colorate.
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