Raccontare con i disegni
Passava dei mesi all’isola. Era un posto ideale per diventare contemplatore della vita. La locanda del porto, che si chiamava “Licia stellata” era il luogo d’osservazione preferito. Lapo, un toscano gesticolante e premuroso, gli si sedeva accanto e gli raccontava le storie di ciascuno. Li conosceva tutti, gli isolani. E c’era da scriverci un libro – lui diceva.
Come la Matilde, dalla bellezza sconvolgente, che pur essendo libera nessuno osava avvicinarsi.
La ragione è che si pensa abbia addosso una maledizione.
Una maledizione? Ma se è un pezzo di figliola…
Sì, ma si tratta di questo, che ha avuto tre mariti che le son morti uno dietro l’altro, dopo pochi mesi di matrimonio.
E come sono morti?
Tutti finiti in mare. Erano pescatori. Notte di tempesta, e giù in fondo all’acqua.
Di fatto lui avvicinò Matilde e diventarono amici. Passavano ore sotto l’ombrellone, sorseggiando una bibita ghiacciata, a parlare. Lei leggeva romanzi d’amore. Era una vera appassionata. E glieli raccontava per filo e per segno, facendo le sue considerazioni e dando i giudizi del caso. Come se i protagonisti fossero persone reali e conoscenti.
E lui l’ascoltava con attenzione, parlando poco, ma poi, alla sera, scriveva sul suo taccuino tutto quello che lei gli aveva detto. Voleva tenere un diario di quelle chiacchierate, non sapeva bene neanche perché.
La verità era che avrebbe voluto passare la vita trasferendosi da un’isola all’altra, diventare amico di qualcuno informato e raccogliere le storie della gente. Gli isolani erano persone curiose, assolutamente interessanti. E, diversamente da quello che si può pensare, era gente che aveva viaggiato e fatto tante esperienze.
Come Gino, per esempio, che era stato in Australia e aveva fatto una piccola fortuna con un’idea originalissima.
Raccattava con un carretto gli scarti delle macellerie, li portava in un piccolo terreno che aveva affittato vicino al mare. lasciava che la carne imputridisse e nascessero migliaia, centinaia di migliaia di vermetti bianchi. Con cui pasturava, a poche decine di metri, un piccolo allevamento ittico. I pesci li rivendeva poi alle pescherie e ai ristoranti.
Quando si era stancato di quel lavoro e aveva ormai racimolato abbastanza denaro da vivere di rendita, era ritornato alla sua isola deciso a trovare moglie. Ma non tra le isolane. No, lui sedeva nelle vicinanze del porto, dove sbarcavano i turisti. Era sicuro che la sua futura moglie sarebbe sbarcata da uno dei battelli prima o poi.
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