Mediterraneo frinire di cicale
21 Luglio 2014
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Ero un ragazzino allora, Avevo gambe elastiche e braccia forti. La maggior parte del tempo ero sugli alberi, o nei canneti, in fantasie selvagge e avventure incantate. Nell’aria pregna di natura danzavano gl’insetti e il silenzio del mondo era intriso del frinire di cicale.
Danzavo nella vita senza parole e l’occhio scopriva in un battito le pietre di guado del corso d’acqua. Sapevo subito se scappare o affrontare e non mi frenavano i graffi dei rovi o i sassi aguzzi sotto i piedi scalzi.
Ora quel ragazzo è ancora qui, ma non più quel corpo. E ne soffro un poco!
Categorie: Eugenio Guarini