Cieli mossi e volo a vela.
Sono sempre stato un amante dei cieli. Di notte, le stelle. Di giorno le albe i tramonti e … le nuvole. Ho chiamato “metodo delle nuvole” quello che mi aiuta a trovare i soggetti dei miei quadri. Ma tento di applicare il “metodo delle nuvole” anche alle decisioni e alle azioni che riguardano il complesso della mia avventura umana. Mi affido ai miei sogni ed enuncio intenzioni generali che li contemplano, agito anche un po’ le acque per mettere in moto le cose, ma aspetto soprattutto di sentirmi ispirato, prima di partire in quarta. E l’ispirazione arriva da sé, è un regalo del cielo, è la forma speciale di una nuvola in cui riconosco un richiamo. E allora è navigazione a vista, danza con il vento.
Mi piace collegare queste riflessioni alla metafora della barca a vela. E questo mi fa pensare a mio figlio maggiore che ha una barca e che veleggia con entusiasmo, lasciando trapelare la meraviglia che la barca e il mare e i venti e le coste gli regalano.
Ma oggi ho anche un’altra metafora che mi raggiunge. Quella del volo a vela, del volo acrobatico. E questo mi fa venire in mente Lapo, il capitano della squadra acrobatica italiana che ho incontrato, grazie ad un’esposizione di quadri a Torre Alfina, in provincia di Viterbo. Lui è un amante della mia pittura, dove forse sente uno spirito familiare. Lui potrebbe dire quanto il volo a vela sia una buona metafora per il mio metodo delle nuvole”.
Il quadro: “Cieli mossi sopra le colline”, acr. su tela, cm 100×70.
Categorie: Eugenio Guarini