Talvolta, in montagna
En plein air
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Talvolta, in montagna.
Con le parole, non solo col pennello e i colori.
Dipingere un sogno con le parole. Questo!
Invidia – probabilmente – della musica, senza alcun dubbio più efficace.
Oh, sì, vorrei una vita nuova, intera, fin da principio, tutto dedito alla musica!
Come eguagliare la musica, che ti porta immediatamente altrove?
Come saltare immediatamente nei regni del sogno?
Ero in montagna, ieri, al Nivolet.
Volevo scrivere, ma non trovavo la posizione giusta.
Mi fermavo per farlo e il mal di schiena mi faceva desistere.
E mi spostavo altrove. Come su un letto di procuste.
Guardavo.
A volte, in montagna, lo scenario ti riempie talmente gli occhi che ti rendi conto di non vedere quasi niente. Guardi e basta. A bocca aperta.
Il prato su cui camminavo aveva quell’abbondanza di colori che conosci. Un’esplosione di fuochi d’artificio su un cielo verde intenso.
Sorriso della terra. Indifferente come un Buddha. Libero da ogni dovere. Amore purissimo, autosufficiente.
E lo scenario di roccia, tutt’attorno.
Montagne – lo vedi – che si stanno trasformando in ammassi di pietre, lungo i millenni, tutti i giorni.
Uno scenario da sogno – pensavo.
Qui i sogni sciolgono i lacci che li trattengono. Sviluppano la dimensione piena della loro grandezza. Volano col vento.
In certe circostanze il sogno non è strumentale a niente altro ma una regione autonoma, dove la vita va in vacanza per scoprire che è questa la sua giusta dimora. Fortemente tentata a non ritornare.
Invece torno giù, nelle strade quotidiane della mia avventura.
Ma dentro la testa conservo l’incanto.
Belle notizie
E arriva la mail di Alessandra e Gianluca da Budapest. Hanno allestito la mostra al Caffè GianMario. Le foto dell’esposizione si possono vedere cliccando qui.
Un abbraccio forte ai miei due carissimi giovani amici.
Categorie: Eugenio Guarini