Somewhere over the rainbow

Dove sei. È un quadro dei primi anni. Un momento straordinario del mio percorso. Ne sto parlando con un’amica. Prova a coprire metà del quadro da una parte e poi dall’altra. Ti accorgerai di qualcosa di interessante.


Somewhere over the rainbow.


Semplicemente, essere quello che sei. Darci dentro per essere a modo tuo. Perché in qualche modo bisogna scrollarsi di dosso delle incrostazioni pesanti. Tutti non fanno che formarci, tutti lo fanno per il nostro bene. Tutti ci dicono come dobbiamo essere.


Ma ci lasciassero crescere secondo la nostra natura!


Lo fanno perché hanno paura proprio di questa cosa: che ognuno cresca secondo la sua natura. Chissammai che diavolo potrebbe succedere.


E pensare che viviamo questi pochi 150 anni.
Cioè, lo buttiamo via in gran parte il nostro tempo vita. Adattandoci ad essere come altri (chi cazzo sarà?) vogliono. Disposti a passare il tempo vita senza fare capolino su noi stessi. Scemi, dunque.
Perché ci dicono che le cose stanno così. L’Economia esige questo. La Politca, la Salute, l’Etica, la Verità, esigono questo.


L’hai sentito dire che non è Dio che crea l’uomo ma sono gli uomini che creano Dio?
Ecco, processi del genere. Ci creiamo Dei degni della nostra paura di essere.
La paura di essere crea Dei Tiranni.


E allora bisogna che gli dei sciolgano le viscere.
E noi, essere. Semplicemente essere quello che siamo. E osare di vivere.


Basta con le concezioni piagnucolosi dell’essere.
Essere vuol dire essere qui e vedere e sognare e avere addosso una gran voglia di giocare. Tentare tutto il tentabile. Dire, fare, baciare, lettera e testamento.

Categorie: Eugenio Guarini