Come il capriolo

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Il quadro: Capriolo, acrilico su tela cm 100 x 100. Guarda la nuova linea di pittura in Galleria.


Come il capriolo.


Ed ecco questo ragazzino di 67 anni che 9 anni fa ha deciso di vivere facendo quello che ama. E s’è messo a fare il pittore e a raccontare la sua esperienza, partorendo lungo il cammino riflessioni sulla vita.


Ha avuto fortuna. Oppure si può parlare di provvidenza.
Nella sua testa di filosofo c’è sempre un margine di criticismo. Ma si è infilato anche un gas nobile, in espansione rapida. Lui sa che si tratta di ciò che è stato chiamato Fede, da millenni. Ma si vergogna a fare il dogmatico, a dire che conosce più di quanto conosca davvero. Però la sua ragione lascia le porte aperte a questo diverso approccio alla vita che non si giustifica a priori e che, a posteriori, consente solo di dire che si tratta proprio di ciò che desiderava.


Ha avuto fortuna, nel senso che non è morto di fame. Che ha venduto abbastanza da poter continuare nell’avventura, oggi.


E ora siamo al punto.
Come tutti i ragazzini che si avventurano nell’arte – con titoli anagrafici più solidi per potersi considerare tali – ha sognato di entrare nella storia, di avere il successo mondano, di attrarre l’attenzione degli operatori del settore, etc…


A dire il vero, fin dall’inizio si è tenuto fuori del Grande Mercato. Per il 5 % l’ha fatto seguendo una sorta di fiuto, o una sorta di ri-fiuto istintivo per un mondo che pre-sentiva lontano dalla sua natura. Ma – diciamolo a chiare lettere – il restante 95 % è dipeso dal fatto che non aveva risorse finanziarie per tentare la via già tracciata. Con tutta la cultura manageriale che ci avvolge e ci plasma, se avesse avuto le risorse, molto probabilmente avrebbe tentato di imbastire la sua strategia efficace al successo affidandosi a Mercanti, Galleristi e Agenzie.
E ha fatto – come si diceva un tempo – di necessità virtù.


Ha esposto nei locali – dove costa niente – e ha trovato il suo pubblico di amatori – che è un pubblico sincero, che acquista perché “piace”.


Ma ora, ecco che succede quello che in un angolo del retrobottega del cervello aspettava da tempo. Incontra un critico accreditato. Scopre per caso che abita in una frazione del suo stesso paese di residenza. Lo va a trovare e – non senza impaccio – lo fa parlare – o lo lascia parlare – del suo mondo, del mondo dell’Arte Accreditata, quella che fa mercato e fa tendenza.


Il colloquio gli rende presente che il Successo – quello a cui tutti pensiamo dopo essere stati nutriti dai mass media e dal Grande Spettacolo – ha un prezzo grandissimo. Non solo in termini di quattrini. Ma anche di relazioni ambigue con committenze e strategie che seguono vie ad alto potenziale inquinante, compromissioni con chi detiene il potere e assoggettamento a regole di vita che sono estremamente lontane da suo desiderio di semplicità e d’innocenza.


E, finalmente, mette a fuoco la sua decisione.
Domanda: Voi il Grande Successo?
Risposta: Sì, certamente!
Domanda: Vuoi pagare quel prezzo?
Risposta: No, assolutamente!
Domanda: E allora?
Risposta: La fatica del Successo la faccia il Successo stesso. Sia lui a venirmi a cercare. Io voglio vivere questo successo più sostanzioso e vivibile che è lo star bene con me stesso, sperimentare la Bellezza quotidianamente, e digerire, gustandola, l’avventura che è alla portata delle mie mani, in sintonia con le mie esigenze, e connessa con quell’innocenza che mi rende fresco e giovane.


… Come il capriolo che ho visto al parco di Muggiano, vicino a Sasso Marconi, nei giorni scorsi, in compagnia di amici che cercano se stessi nella fedeltà alla propria vocazione, restando fedeli al territorio della loro vita – senza alienarsi nel richiamo del Grande Spettacolo. Ed è il capriolo che ho dipinto e che allego.

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