Riscatto
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Riscatto
Sembra strano, ma un gran numero di ontonauti avevano cominciato a fare cose straordinarie dopo che erano stati lasciati dalla persona di cui erano stati follemente innamorati. Maschi e femmine.
In entrambi i casi, c’erano stati alcuni anni di sforzi inauditi per reagire alla depressione da abbandono. Era stato come un lungo tirocinio. Ma, alla fine, erano usciti fuori come uomini nuovi e donne rinate.
Nella pena si erano rafforzati, invece di morire.
L’impegno per essere creativi, per rinnovarsi ogni mattina, per gestire positivamente i propri umori aveva dato risultati straordinari. La loro vita era diventata più piena, più ricca, più entusiasta della media.
Quello che avevano appreso li metteva in grado di rovesciare le prospettive, di muoversi spregiudicatamente nelle sfide, e di aprire varchi e orizzonti là dove la maggior parte delle persone vedeva vicoli ciechi e motivi di abdicazione.
Il coraggio era la loro qualità fondamentale. Coraggio di credere, di pensare, di fare.
Restata sola, Grace aveva riorganizzato tutta la sua vita in funzione della realizzazione dei suoi sogni personali. Aveva deciso di volersi bene e di sfruttare ogni giornata per vivere pienezza di senso. Era di una sincerità spregiudicata con se stessa. Diceva che il tempo che le era donato non doveva essere sciupato, né in velleità senza determinazione, né in rimpianti senza costrutto. Aveva individuato le cose che avrebbe voluto fare prima di morire e il modo in cui le avrebbe voluto fare. Vi aveva investito tutte le risorse a sua disposizione. Ed aveva cominciato a vivere una vita vera.
Quando arrivavano i pensieri tristi, quando qualcosa nella sua testa proponeva abbandono e insignificanza, sapeva come trattarlo. Lo riconosceva, lo confessava, e poi prendeva posizione, dicendo a se stessa: ma io voglio vivere e questo non mi aiuta. E lo metteva alla porta. Sapeva ricreare la fiducia innocente del bambino, e immaginava di nascere di nuovo, ogni volta, con la curiosità di scoprire e di gustare.
Imparò a non attendere, ma a prendere gli eventi con grande cura. A lavorarli con attenzione e intelligenza. Diceva che formarsi è dare alla propria vita, alle proprie azione la forma dei propri sogni più belli. Proprio come fa un artista quando plasma la creta, o la materia che usa per dare alla luce le sue creazioni.
Diceva che la materia dell’ontonauta è la vita intera, sono gli eventi e le circostanze. E che a tutti questi eventi, a tutte queste circostanze l’ontonauta dà la forma dei suoi sogni più belli. E diceva che l’abilità di fornare artisticamente si sviluppa facendo, come il pittore sviluppa la sua abilità dipingendo.
E di fatto, diventava ogni giorno più abile e più efficace.
E provava, come mai aveva provato, un senso di gratitudine per essere viva, che identificava con quello che di solito si intende con felicità.
Man mano che sentiva la vita crescere dentro di sé, era portata del tutto naturalmente o desiderare di donare ad altri quello che ricolmava la sua anima. E si rendeva conto che la sua vita era un dono a tanti altri senza che ne avesse intenzione esplicita. Semplicemente succedeva. E capiva che questo era il miglior modo di dare: senza volerlo. Bastava essere e anche gli altri se ne nutrivano.
Grace sembrava guardare la vita e le cose dal piano di sopra.
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Il quadro: Te l’ho detto e ridetto, ma tu non capisci (acrilico su tela cm 100 x 100)
Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it
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