Non si torna indietro
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Non si torna indietro.
C’eravamo accorti di quante volte avevamo percorso gli stessi itinerari. Cambiavano gli attori, ma il copione era lo stesso. Accorgersi di questo ed uscirne fuori era stata la stessa cosa, lo stesso passo.
Ci rendevamo conto che ogni distacco aveva un peso. Ma non era il distacco che noi ci proponevamo: era il procedere avanti. Quando intravedevamo qualcosa – verso la direzione dell’America – il distacco avveniva senza che ce ne rendessimo conto, senza peso.
I ricordi si trasformavano. Non era più nostalgia, ma la bellezza di una storia avventurosa e d’apprendimento. E prendevamo coscienza sempre meglio del ftto che non possedevamo nulla. Ed accettare questo destino, non ribellarsi, dire di sì al fatto che non avremmo portato nulla con noi, dopo la partenza, era come rinascere. E’ una sensazione cui siamo molto affezionati. Non troppo. Ma molto, sì, molto!
Avevamo smesso d’essere severi e critici con noi stessi e con gli altri. Facevamo le cose che il cuore ci suggeriva, e le facevamo con la massima cura. Mille fattori entrano nel gioco, e se succedeva qualcosa di spiacevole, almeno al primo impatto, non era nelle nostre intenzioni. Ma pensavamo che avesse il suo insegnamento. Soprattutto smettemmo di accusare altri se i risultati che desideravamo non arrivavano. C’eravamo resi conto che accusare gli altri era una sorta di alibi. Di fatto, volevamo assumerci la responsabilità totale di quello che ci toccava in sorte, e anche questo lo facevamo con bonomia – senza severità.
Un atteggiamento così “femminile” di fatto apriva le porte allo sbocciare di opportunità insperate, perfino inimmaginate. Il possibile diventava un territorio analogo al futuro ed estendeva i suoi confini molto oltre le nostre attese.
Quando le stive delle nostre navi erano pulite, quando avevamo buttato a mare la zavorra, sentivamo di procedere leggeri, e che il peso più grande da cui c’eravamo liberati erano proprio i nostri risentimenti.
No, non saremmo tornati indietro.
Notizie di rete
Bilancio di competenza.Così lo chiamano gli addetti ai lavori.E’ un itinerario nel corso del quale ti rendi conto di avere molte più competenze di quello credi. Claudia lavora nei Centri Per l’impiego. È una miniera d’informazioni e contatti. Pensi di non sapere fare altro rispetto a quello che hai sempre fatto? scrivile, ti aiuterà a scoprire che sai molte più cose. Il suo indirizzo mail è questo: claudiacavaliere@libero.it . Il suo cellulare: 347.5168153.
Sabato 21 agosto si chiude la mostra a La Mandragora di Massa. Sarò presente a salutare gli amici e le nuove conoscenze.
Ho cominciato a sognare l’America.
La mia amica Rita Bonura, a New York continua a tradurre le newsletter in vista di una diffusione negli States. Sta lavorando per aprire una mailing list di lingua inglese.
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Stefano Spadoni fa cose straordinarie a New York City. Dicono che conosce 3/4 della città. Ha un sito che testimonia il suo dinamismo http://www.stefanospadoni.com/. Mi aiuterà a mordere la Mela.
Sono diventato partner di rete di altri due nuovi siti (sono nel mio Network):
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… sentire i colori … Vedere note musicali, percependone sottili ed evanescenti trame con il sapore della poesia …
Da qui a lì. Il libro che sto preparando uscirà dalla Grafica Veneta nella seconda metà di settembre. Un grazie alla cura di Betti, di Graziano e di Mauro. Grazie anche a Tiziano per il lavoro sui file pdf.
Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive
Il quadro: Non si torna indietro.
Eugenio Guarini
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