Non so capacitarmi

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Non so capacitarmi


Sì, è vero. Soprattutto la sera, dopo cena. Che ti fermi un momento. Si fa per dire. È vero che ti fermi e pensi – ti viene in mente da sé. Pensi: mioddio, com’è tutto bello! Ti sembra d’essere lo spettatore che può godere di tutto quanto ti è successo. Di tutto quanto è successo dentro e intorno. Quello che hai provato, sentito. Le emozioni. Che però sono emozioni legate a fatti, eventi, cose. Tu ti fermi e pensi – ti viene in mente da sé: mioddio, com’è tutto bello. E non riesco a capacitarmi di fronte a questi sentimenti. Quello che mi viene in mente, subito dopo, è: Che peccato che si debba trafficare tanto per guadagnare la pagnotta e pagare le bollette. Che si debba tralasciare di guardare lo spettacolo per agire come protagonisti. Ma poi penso: Ma è proprio questo che si gode nella scena. È proprio questo che fa la storia degna. La sera lo puoi fare meglio, perché la giornata è stata vissuta. Ora puoi come ascoltare il retrogusto di quello che hai vissuto. E dici: mioddio, è proprio bello!
È una cosa diversa che fare il bilancio. Nel bilancio fai i conti e dici: ho perso, ho guadagnato. Ho ottenuto questo, invece da quella parte, niente. Qui è diverso. È una faccenda d’amore. È una faccenda del cuore.
E non so raccapezzarmi, non mi capacito. Perché, paradossalmente, anche le cose che hanno fatto male, qui, di sera, a guardarle ora, dopo aver cenato, sembrano… sono belle, sono vive, sono piene. È questo. È questo meraviglioso questo.
Mioddio, che bello essere vivi e sentire, e gustare lo spettacolo della vita!


Da qualche giorno mi ha preso la mano una voglia di andare avanti nella pittura. Di scoprire altro. Di trovare altri modi espressivi. La pittura e il disegno sono arte di guardare e di vedere. Non so in che misura te ne rendi conto. Guardare e vedere. Sì credo che tu possa capire. Se mi esprimo in questa forma dubitativa è perché quello che vedo oggi fino ad ieri non lo vedevo. E quindi so che vedere è una sorta di miracolo. E vedi mentre cerchi di rappresentare.


Da qualche giorno mi è venuta dentro come una sorta d’ossessione di vedere altro, di più, meglio. E sento che questo sta influenzando la mia pittura. E non solo la pittura. Mioddio, è così bello e interessante poter vedere, avere il tempo e la curiosità di vedere. Sento che è un momento magico. Quelli che annunciano nuove scoperte. Piccole forse, ma nuove e capaci di rinnovarti. Che bello che ho intrapreso questa strada! È veramente bello. Una buon’idea.


E allora scopro che ascolto in modo nuovo, più sottile anche le persone che mi parlano, che vengono da me, e anche quelle che mi scrivono. C’è qualcosa, là dentro. C’è qualcosa che è una ricchezza, una cosa bellissima, e che vuole affiorare, vuole manifestarsi. Arricchirà la vita.


Eppure, non so capacitarmi, non so capacitarmi. Tutti parlano di consapevolezza, oggi. Le filosofie orientali. E io mi dico: consapevolezza? Ma quale? A me sembra di vivere sempre nel dormiveglia. Chiamalo sonno, piuttosto. Chiamalo sonno. È come essere sempre nel dormiveglia. E te n’accorgi. E si va avanti nel dormiveglia. E anche questo è bello. La consapevolezza è qualcosa che chiama. Ma io sono nel dormiveglia. Per questo non so capacitarmi. Eppure..
Eppure si può andare avanti. Le cose capitano. Tu muovi le mani e le braccia. E cerchi. Come se tra un po’ ti potessi risvegliare. E allora vedrai tutto, in piena luce.
Ma per ora, vai avanti, anche se non sai capacitarti…


Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive.


Titolo del quadro: Non so capacitarmi…

Eugenio Guarini
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