Andar per mare a Piedicavallo
Le ragazze di Dialòs
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Andar per mare a Piedicavallo
Sul balcone est, in giornate come questa, il mio alloggio è un vascello.
Una casa può essere un vascello perché è il mare del Tempo che gli scorre attorno. E le cose che accadono ci mettono poco a diventare storie. Storie di mare…
Le ragazze che vedete nella foto (da sinistra a destra: Elisa, Marika e Ilaria) sono tra le fondatrici di un’associazione culturale con sede a Biella e dal nome fantastico di Dialògos, che intende occuparsi di incontri interculturali.
Con il loro arrivo a casa mia per scegliere i quadri da portare a Piedicavallo, nella Valle del torrente Cervo, le ragazze hanno siglato una ministoria per il mio giornale di bordo, di quelle che popolano il quotidiano portandovi un plus valore di senso.
La loro allegria me l’ha portata il vento. Precisamente in una Trattoria vicino al Lago di Viverone, detta Casa di Caccia, già Cascina Tresenda, dove esponevo i miei quadri diversi mesi fa.
Nel corso di una cena di lavoro dell’associazione, devono aver deciso che quei quadri e quel pittore facevano al caso loro e me l’hanno fatto sapere con un invito esplicito che ho accettato senza esitazione.
In calce metterò le informazioni relative all’evento. Qui sento il desiderio di trovare uno spazio per certe riflessioni che riguardano la vita come viaggio e che premono dentro.
Quest’estate ho camminato moltissimo, attorno a Ceresole, e ho goduto degli effetti terapeutici del camminare. Ma anche del semplice, intenso piacere del camminare. Già vagheggiavo di farmi il pellegrinaggio di Santiago de Compostella…
Seduto in prospettiva del lago, ho letto libri di viaggi per mare, ricollegandomi con la metafora straordinaria della barca a vela. Metafora che suggerisce approcci alla vita diversi dalla routine degli uffici, della fabbriche e dei negozi – dove la sfida dell’imprevedibilità relativa del mare si coniuga con i lunghi momenti di meditazione e di ascolto. Perché il vento – del camminare o dell’0andar per mare – porta pensieri.
Qui, sul balcone che guarda ad est, questa mattina, mi raggiunge un pensiero, come una brezza di mare, che gonfia le vele dell’anima e la muove verso qualche nuova meta.
Dieci anni fa, circa, il pensiero guida che ispirava la mia avventura d’artista era: cerca di guadagnarti da vivere facendo quello che ami e nel modo in cui ami farlo. Questo pensiero mi ha regalato un decennio di sorprese e di gioie intense. Quando diventerò più vecchio trasformerò i miei diari di bordo in un libro di racconti.
Ora, un nuovo pensiero sembra pretendere di guidare la mia navigazione verso nuove rotte. Esso dice più o meno così: trasformare il lavoro in un gioco è una conquista importante, ma… si può finire – come te – per lavorare sempre! Ora è venuto il momento di chiederti cos’altro c’è nella vita oltre il gioco-lavoro. È il momento di allargare la visuale.
E sento che la considerazione è pertinente. Mi riguarda davvero. Si lavora per vivere o si vive per lavorare? La domanda l’avevo quasi dimenticata. Che il lavoro sia parte della vita. Che non aspiri a colonizzarla totalmente. Neanche se è un lavoro creativo.
È dunque con queste idee di mare che vado a Piedicavallo. E nella fantasia mi figuro di incontrare amici di vecchia data e conoscere nuovi naviganti, raccontarci storie di viaggi nelle trattorie del paese. E di scoprire insieme agli altri che viaggiare rinnova non solo i panorami ma anche gli stessi schemi mentali con cui ci accostiamo al Vivere