Lettere da Nosolandia 7
Lettere da Nosolandia 7
39
Mi sveglio per fare la pipì.
Cerco di sentire le gambe dall’interno, passo dopo passo, per averne il controllo.
Camminare subito dopo il sonno, con la mente ancora intorpidita, può essere molto pericoloso. Lo so per esperienza. La peggiore delle mie cadute in casa è avvenuta in quelle condizioni di torpore, nella stanza più pericolosa per cadere: il bagno. Ne porto ancora il ricordo nel dolore al costato sul fianco destro.
L’ispessimento della prostata mi obbliga a compiere questa operazione almeno tre volte per notte. Sono i momenti più pericolosi della giornata.
Ad ogni buon conto ho imparato un po’ per volta a essere guardingo con una serie di accorgimenti: stare un po’ seduto sul bordo del letto prima di affrontare l’alzata; sollevarsi aggrappandosi con la sinistra alla testiera del letto e facendo leva con la destra sul letto stesso (l’operazione prevede un minimo di scatto in alto facendo leva sull’elasticità del materasso); trovata l’inclinazione giusta affinché il baricentro cada nell’area di base del corpo, sollevarsi completamente in maniera da far leva sulle ossa delle gambe come trampoli o stampelle; a questo punto iniziare la deambulazione lentamente, cercando di non perdere l’equilibrio e ascoltando attentamente la dinamica delle gambe dall’interno; raggiungere le stampelle cautamente nel luogo dove furono abbandonate in precedenza; con questa attrezzatura raggiungere la meta, senza strafare e valutando ogni passo, uno dopo l’altro.
40
Questa mattina, al termine dell’operazione su riferita, si è presentata alla mia attenzione la faccenda dei piedi. I piedi sono la periferia del corpo che con l’età diventa sempre più lontana dal centro. Era già da diversi anni che raggiungerli con le mani per infilarsi le calze, lavarli, e soprattutto tagliare le unghie, era diventata un’operazione difficile e faticosa. Ora, con questa malattia che ha reso i muscoli delle gambe degli elastici slabbrati e ammosciati, due di queste operazioni sono diventate impossibili: lavarli e tagliarsi le unghie. Se si pensa che da diversi mesi i piedi sono rimasti ignorati per via di preoccupazioni più urgenti all’ordine del giorno, è facile immaginare che lo stato della loro igiene darebbe l’immagine di certe periferie degradate, composte da quartieri spopolati per la crisi della fabbrica locale.
Si rende necessario il ricorso all’aiuto esterno. Bisogna che mi decida a prendere accordi con l’estetista di mia figlia, che abita in paese, e che fa anche un ottimo lavoro di pedicure.
È una giovane donna dolce e graziosa, molto gentile e garbata, che ispira tutta la mia fiducia. Cercherò di convincerla a venirmi a fare l’operazione a domicilio. Certamente non sono l’unico a richiedere un servizio del genere. Mi vergogno un po’ a mostrarle i miei piedi nello stato in cui sono per quel pudore che ognuno potrà facilmente perdonare. Ma devo superare gli scrupoli. La cercherò oggi stesso.
E, visto che i problemi non vengono mai soli, credo che dovrò organizzare una visita domiciliare anche del mio parrucchiere. Le lunghe degenze, la permanenza prolungata della testa sul cuscino, dona alla capigliatura del malato delle forge surrealistiche che potrebbero fare la concorrenza a certe audaci acconciature punk.
41
Nuccio Demetrio dei doni dell’autobiografia è un predicator instancabile.
Ha fondato per questo la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (AR).
In una bella conferenza in cui parla delle narrazioni dello shoah (https://www.youtube.com/watch?v=lLOcKlPw__c ) riassume gli effetti della narrazione in tre punti: uno, le narrazioni lasciano traccia della propria vita, salvandola dalla caduta nell’oblio. Due, regalano benessere attraverso la scrittura, e in questo senso possono essere terapeutiche. Tre, offrono stimoli che arricchiscono la nostra mente e la nostra vita, rimettono in moto il pensiero, consentono di