Un lavoro sull’anima
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Un lavoro sull’anima
Beh, Willy, lo sai che non me ne intendo. Quello non è il mio campo. Non posso esprimere giudizi né consigli su come e dove gestire un’attività di successo. Non ho l’esperienza. Non osservo più di tanto il mercato.
Alcune cose le capisco. Che bisognerebbe seguire i grandi movimenti, per esempio, le donne, gli ultra sessantenni, i giovani, il bisogno di saggezza, la salute, o che so io, il patrimonio artistico, la cultura, l’enogastronomia…
Qualcosa del genere, ma è troppo vago.
Potrei parlare meglio di quello che faccio io per procurarmi da vivere. E certo ho qualche interesse in questo. E ci metto passione e intelligenza. Voglio dire che rientra nel mio campo. Delle cose di cui mi occupo tutti i giorni. Ma quanto può essere valido? Forse alcune cose si possono generalizzare, o possono essere interessanti per dei cervelli collegati. Ma è meglio e più onesto che attenda di registrare qualche cospicuo successo prima di parlarne. Altrimenti che credibilità potrei avere?
Dovrebbe essere così – non ti pare? – che uno parla quando ha vissuto e sperimentato in proprio le cose. Altrimenti, non è aria fritta?
Quello di cui posso parlare con un po’ di convinzione è un’altra cosa. Concerne come mantenersi vivi, vivaci mentalmente e nel corpo, e tenere le antenne orientate verso la vitalità, piuttosto che sonnecchiare o lasciarsi trascinare dall’inerzia nel grigiore della piattezza o della depressione.
Questo certo è un campo che conosco. Qui ho fatto grandi cose su di me. E di questo posso parlare con convinzione. Senza paura di sbavare.
Perché, vedi, Willy, molti pensano di mettersi in proprio e di far fortuna perché hanno individuato un settore che sicuramente tira, oppure perché hanno un’idea che sicuramente sfonderà. Ed è probabile che la loro idea sia anche azzeccata. Ma il punto, per me, è la carica personale che una persona riesce a mantenere e alimentare. Quella che di solito chiamano passione. Insomma quella sorta di conquiste personali che ti fanno sentire vivo già adesso e pronto a fare tutto quello che c’è da fare, e a capirlo, intuirlo, e risolverlo con lo stesso spirito audace e generoso.
Perché la vitalità, la gioia di esistere, la passione per essere, dev’essere qualcosa che funziona già ora e qui. Proprio in questo momento, in quello che ti succede e che stai facendo. È una faccenda che non si vede talvolta. Perché si pensa che la passione deriverà e si alimenterà dalle conquiste e dai risultati. Ed è proprio tanto vero che i risultati alimentano la tua passione. Ma la passione precede. La passione scaturisce dal tuo sogno e sa alimentare il tuo sogno anche quando non è ancora in atto o realizzato. Anche prima di muovere il primo passo.
Ora, la mia tesi è questa, che la passione che riesci ad alimentare quando ancora non sei nessuno e non hai ancora ottenuto i primi riconoscimenti, quella passione è fonte di un’intelligenza speciale, di una forza creativa particolare. Sei già fuori di testa prima di passare all’azione.
E qui c’è un territorio vastissimo. Un’area della geografia umana che è degna di attenzione particolare. Dove c’è un lavoro da fare. Un lavoro del tutto particolare. Un lavoro sull’anima, qualcuno dice. Sì, un lavoro sull’anima e sul corpo, sulla loro straordinaria sinergia. Uno spazio di traffico e di coltura tra te e la fonte. Tra te e la sorgente.
E questo a cui si allude quando si parla di essere collegati. La sorgente, la fonte…
Altrimenti….
Di questo mi sono reso conto. A questo mi sono