Serenità e Conflitti
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Il quadro: Acque mosse, acrilico su tela cm 100 x 100.
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Serenità e Conflitti
Beh, questi ragazzi lavoravano sodo. Da un paio d’anni riprendevano predatori naturali nel momento in cui afferravano le loro prede. Le loro foto e i loro filmati erano di un realismo sconvolgente…
La vita ha una rudezza notevole, immersa in una bellezza indicibile. Il minimo che si possa fare è restare con gli occhi spalancati e la bocca aperta, con la parola che ti si spegne dentro.
Ma poiché siamo vivi e desideriamo vivere non ci possiamo neanche lasciar castrare dal mistero. E allora entriamo nel gioco dei conflitti. Per esempio tra il nostro desiderio di bontà innocente e la crudezza delle leggi alimentari…
Non possiamo desiderare che le cose stiano altrimenti, perché siamo saliti sulla giostra quando il Luna Park era già stato istallato.
Ma non possiamo neanche non renderci conto che, tra gli umani, nella città, sul mercato, nella società, nella cultura…, il bene e il male sono affidati in gran parte a noi.
Non possiamo decidere di non mangiare più per il motivo ideale che non ci piace troncare l’esistenza di altri esseri viventi, ma certamente sta a noi decidere se dare da mangiare a chi ha fame, sottrargli anche quel poco che ha, oppure optare per l’indifferenza.
Nel mondo umano fare appello a leggi oggettive della natura, che vanno constatate, è attenuato e ridimensionato dalla responsabilità affidata alla buona volontà, che va messa in opera.
È chiaro che bisogna essere un po’ svegli. E lasciarsi tormentare un po’ dalle domande filosofiche di fondo. Perché se ti lasci stordire del tutto dal tran tran e dall’intrattenimento, fai la fine della rana lessa.
Insomma, i conflitti e gli sforzi di volontà sono necessari. Anche se rompono le scatole. E succede così spesso che la mente vada in tilt, e l’angoscia ci sequestri.
Ma se una filosofia new age spingesse il suo desiderio di pace fino alla conclusione che va tutto bene così com’è, che possiamo sostare a tempo indeterminato nella meditazione dove ogni dualità scompare e si riassorbe nell’unità di un io transpersonale, beh, io credo proprio che non ci possiamo restare a lungo senza avvertire che si sta verificando una sorta di abdicazione a una parte importante di quel che siamo.
E quindi penso alla serenità dell’anima come alla conquista di un grande capitale di forza interiore da investire nella costruzione di un mondo migliore.
Mi piace pensare che è come quando si va da qualche parte. Si cammina tutto il giorno e le gambe si stancano e i piedi si sporcano. Si suda e ci si affatica. Ma poi, alla sera, ci si lava e si va a dormire, per ritrovarsi al mattino freschi e di buona lena.
Ho imparato che la continuità di un’impresa richiede la fantastica arte di rigenerare le energie, la speranza, l’innocenza, l’entusiasmo, l’immaginazione… Anche e soprattutto nei momenti che si rivelano più duri. Chi ha scelto di fare una cosa importante dev’essere disposto a darci dentro e a superare momenti difficili.
Ed è probabilmente per questo che accetta la stanchezza, si rifugia nella meditazione, impara a liberare la mente, ad ascoltare il vuoto, a ricollegarsi con la sorgente… Impara a sentirsi essere anche quando non fa.
Ma, appena riemerge da questi periodi magici, la sua mente cambia registro, e comprende che non potrebbe essere senza fare.
E se aspetta che venga l’Evento che risolve e porta a compimento, il suo modo di aspettare è quello di provocare a sua volta eventi che vadano