Categoria : Eugenio Guarini
Categoria : Eugenio Guarini
Lettere da Nosolandia 22
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(Disegno: “Conversazioni col mistero”)
Il mistero non è solo quello che avvolge l’oggetto della domanda su Dio. Il mistero avvolge il fondo oscuro da cui emerge la nostra vita, noi stessi, la realtà, il mondo. Tutte le parole intelligenti che si dicono sul mondo e sulla vita, tutte le parole che dobbiamo avere il coraggio di dire, le ipotesi e i saperi che abbiamo elaborato con fatica e nel fuoco della polemica, ma anche nella ricerca sincera di una verità, non sono altro che piccoli fasci di luce che cerchiamo di gettare su una realtà che rimane sempre al di là di quello che riusciamo a comprendere. E la coscienza di questo fondo misterioso della realtà ci aiuta a non rimanere intrappolati nei nostri romanzi. Noi scriviamo i nostri miti sulle mappe del mondo e dobbiamo continuare a farlo, audaci e intrepidi, ma non dobbiamo mai cadere nella trappola di credere che la mappa sia il territorio. Questo vale per le culture dominanti. Ma vale anche per le ipotesi catastrofiche e apocalittiche che ci vengono suggerite per spingerci alla ribellione. Una ribellione è assolutamente necessaria. E probabilmente è già in atto. Questa ribellione si nutre della rinascita dell’io, nella freschezza della sua vitalità, nell’apertura solidale agli altri che scaturisce da un sentimento autentico, da gesti quotidiani che ci salvano dalla stupidità suggerita da un sistema che ci vuole tristi e depressi e impotenti, da gesti che danno corpo all’azione costruttiva e creativa, che diventa capace di servirsi delle nuove tecnologie per migliorare il mondo al posto di stordirci e distrarci in un intrattenimento perenne.
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Ero di ottimo umore, stamani, all’Ospedale. Endoscopia era affollato come un pullman nell’ora di punta. Li ho fatti sorridere tutti, mentre attendevamo che l’infermiera si affacciasse alla porta con l’aria stravolta e ci tenesse a bada. All’ecografia hanno rilevato che i farmaci, probabilmente i gastroprotettori, mi stanno facendo crescere un seno. Per fortuna nessuna presenza di lin foma! In Ematologia mi hanno introdotto alla nuova terapia: un farmaco nuovo, da prendere per bocca ogni giorno, “a oltranza”, ha detto la dottoressa. Dovrò stare sotto stretto controllo perché può avere degli effetti collaterali gravi. Tra lettera della visita e impegnative per esami ho riportato a casa un intero fascicolo, che, aggiunto al grosso volume raccolto in una borsa della spesa, ha ormai toccato un peso considerevole (sarebbe ciò che una dottoressa, una volta, ha definito la mia “biografia”). Ma io ero di ottimo umore e dicevo a me stesso: “Io sto bene, sono loro che dicono che sono malato!”. Poi ho capito. Io abitavo nell’Isola che non c’è. Il mondo della mia narrazione, del mio film, della mia fiction. E ho capito quanto mi salvi questa meravigliosa nicchia ecologica in cui abito la maggior parte del tempo.
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(Disegno: “Attesa di partire”)
Non è per una vacanza anche se ne ha l’aspetto. È per un modo di vivere che prende le distanze dall’imperativo della formula “lavora tanto, guadagna tanto, consuma tanto”. È un viaggio che punta alla qualità della vita, in ascolto con i tuoi bisogni più veri. Non ho bisogno di tante cose. Ma gli strumenti per le mie attività creative, quelli sì, che siano i migliori che posso ottenere. Io amo le attività creative immensamente più dei consumi passivi. E non voglio che l’umanità fermi il suo progresso per limitarsi ad amministrare l’esistente, sotto la minaccia della catastrofe. Desidero che l’umanità continui a progredire nella scoperta di modalità di crescita che si prendano cura del pianeta e l’universo intero. È un
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