Categoria : Eugenio Guarini
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Punti di svolta
Mi sono sempre interessate le conversioni. Quelle vicende in cui occorre nell’esistenza di una persona un’irruzione profonda di significato e tutto cambia. Finalmente la pienezza della passione, dell’entusiasmo, dell’operosità, l’allargamento del cuore e i miracoli! La conversione è l’essenza stessa del romanzo dell’esistenza. Le grandi eclatanti conversioni, ma anche quelle meno strepitose ma non per questo meno grandi.
Un giorno mi sono accorto di qualcosa che succedeva nelle persone di famiglia mentre guardavano un film o una telenovela alla televisione. O forse era solo un’idea mia, che riguardava me. Comunque, si sviluppava in questo modo: ecco, per un paio d’ore, queste persone si emozionano, piangono, tremano, esultano. Vivono le emozioni del film come se fossero le loro stesse emozioni, come se si trattasse della loro stessa vita. Poi, finito il film, ritornano al grigiore del quotidiano, agli impegni sopportati, ai doveri senza slancio, alla mestizia sottile di chi non ha un proprio romanzo e si consola con quello di un altro. Non era un pensiero gentile verso gli altri, e probabilmente neanche corretto. Ma ebbe un effetto su di me. Giurai in qualche modo che io avrei avuto una mia storia, che avrei vissuto a modo mio, e che l’avventura avrebbe condito i miei giorni. Sarei stato capace di sentimenti e passioni miei, da non prendere a prestito dalla televisione.
La pace e la tranquillità la voglio dopo la morte. Ora preferisco darci dentro ed emozionarmi e meravigliarmi e soffrire ed esultare e trafficare con le mani nella pasta del mondo, e aprire un varco nella siepe perché quello che porto dentro venga alla luce, e arrivare stanco la sera. La pace che apprezzo e il silenzio sono quelli che abitano gli interstizi tra una parola e l’altra, tra un’azione e l’altra. Quei silenzi significativi che fanno corpo con le note stesse della melodia, dove le energie si ricreano e il significato ha tempo di venire a galla. Come nel disegno – gli spazzi vuoti che delimitano il pieno e fanno tutt’uno con esso.
Ammiro molto le filosofie orientali e me ne nutro. Lo Zen è ricco di suggestioni per la pace del cuore, la presenza, la consapevolezza, la freschezza dell’esistere, la saggezza di danzare con la vita. Non credo che il messaggio di queste filosofie sia quello di entrare nel nirvana della stasi. L’avventura e l’azione hanno bisogno di una quiete interiore, profonda, capace di durare, perseverare, reggere, rinfrescare. Perché chi cammina tutto il giorno si sporca i piedi e la sera deve lavarli e distendere le gambe. Ma la pienezza della vita è creazione. Contemplarla è fantastico, vederne la bellezza è divino, ma la meraviglia stessa e lo stupore fanno l’incanto di voler partecipare al gioco.
Per questo credo nei sogni e nel desiderio. E se sono fonte di sofferenza, sono anche fonte di creazione e di slancio e d’esultanza, e quindi di sofferenze significative. Ciò che rende la vita degna di essere vissuta è la stessa cosa per cui si può accettare di morire.
INFORMAZIONE. Sabato prossimo, 7 febbraio 2004, inizia una mia esposizione presso il Crowne Plaza Hotel di San Donato Milanese. Durerà un paio di mesi. Porto una ventina di quadri con cui intendo fare un “Omaggio alle donne“. Sono volti di donna che esprimono sentimenti e stati d’animo da cui ho molto appreso. Un omaggio all’amicizia delle donne, cui debbo molto. Un omaggio al nuovo dialogo con le donne da cui mi aspetto molto. Nel lavoro e nel privato.
Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti.
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