Non sapendo, invento.


Mi siedo al balcone con l’intenzione di stare dieci minuti senza pensare, concentrato sul respiro, come consigliano i saggi. Ma una scintilla di luce penetra le palpebre. E allora guardo. Il sole sta sorgendo. Tra pochi istanti salirà sotto una coltre di nubi. Mi sembra uno spettacolo irrinunciabile. Perché?

Mi viene in mente che del senso della vita e dell’universo sono ignorante. Sono come ingoiato da questa verità. Che senso ha tutto questo? Perché la vita? E io che ci faccio? Se provo a rispondere a queste domande so che si tratta di storie, di miti. Di invenzioni della mente, assetata di senso.

E mi rendo conto che me la racconto ogni giorno. E che la fragilità delle mie congetture è il commovente tentativo di creare uno scenario mentale che mi aiuti a vivere più pienamente, nella misura del possibile.
E che vivere pienamente vuol dire passione per ciò che faccio, slancio nel seguire il desiderio. Ascoltare la voce del desiderio e discernere là dentro cosa c’è di autentico.

E la vita allora mi appare come una grande avventura, una navigazione a vista. E nel pensare questo avverto un piacere intimo, profondo. E sono pronto a salpare.

Categorie: Eugenio Guarini