Tramonto felice

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I problemi e le sfide che riguardano il futuro sono davvero enormi. Dobbiamo collaborare o andare in rovina. Questo sembra abbastanza chiaro.
E per me è abbastanza chiaro che questi strumenti, che ci consentono di entrare in contatto a livello planetario e di condividere e pensare insieme, sono strumenti decisivi per imparare a farlo.
Può essere che ci voglia molto tempo, conviene iniziare subito.
I problemi delle lingue diverse sembrano abbastanza risolti dall’esistenza dei traduttori. Non saranno traduzioni perfette (miglioreranno di sicuro), ma non siamo agli esami di letteratura nazionale o comparata. Il nocciolo essenziale dei nostri pensieri viene trasferito in maniera sufficientemente comprensibile.
Forse l’obiettivo più importante al momento è imparare a uscire dalla modalità conflittuale per entrare nella modalità collaborativa.
Ci stiamo lavorando…

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Noi stiamo formando la nostra mente e il nostro sentire per renderci più adeguati ai cambiamenti avvenuti nel mondo, anzi per renderci più adatti ad affrontare il cambiamento che coinvolge ogni aspetto della vita a livello planetario.
Le sfide sono enormi e necessitano di uomini nuovi.
Il trend culturale più vitale oggi insiste sullo sviluppo personale. In particolare dell’immaginazione e di un modo di pensare creativo.
La vitalità si sviluppa lungo questa linea e conta sulla collaborazione su scala mondiale, resa possibile dai nuovi strumenti digitali.

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Io credo in tutte quelle persone che si stanno formando a pensare creativamente, a vivere gioiosamente, a iniettare ogni giorno nel grande minestrone del mondo il loro contributo da visionari per migliorare le cose, per affrontare le grandi sfide che abbiamo davanti.
Io credo in tutte quelle persone che diventano il mondo che sognano. Che lavorano ogni giorno per sviluppare la mente in maniera da imparare a cogliere le opportunità che la storia ci offre. Credo che saranno queste persone a rendere il mondo migliore.
Io voglio essere una di queste persone.

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Le sfide che abbiamo davanti sono enormi. Ci vuole molto impegno, molta solidarietà, molta intelligenza e collaborazione per affrontarle.

La cosa sicuramente disastrosa sarebbe di lasciarsi contagiare da un’epidemia di depressiva sensazione d’impotenza. L’idea che come singoli non abbiamo alcun potere di modificare le cose è letale.

Noi abbiamo un grande potere da esercitare e la capacità di inventare nuovi modi di pensare e di aggregarci.

Il primo passo è senza dubbio che ognuno di noi sappia che ha il potere di iniettare nella vita input di positiva operosità creativa.

Il mio lavoro di artista, di pensatore e, semplicemente, di uomo è orientato a questo. Le mie opere non sono semplici oggetti belli da appendere al muro: sono cibo per la fiducia e l’operosità.

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Sono le 6.00, ho fatto colazione. Mi piace essere vivo e sento dentro il desiderio di imparare. È desiderio di pensare, di inventare strategie per raggiungere i miei obiettivi. Sono felicissimo di studiare, pensare e inventare questa giornata.

Mi guardo attorno: l’appartamento caldo, mentre fuori è neve. I libri, il computer. La luce. Le mie due piante vicino agli aggeggi elettronici. La testa vuole pensare. Io voglio pensare felicemente. Con saggezza. In maniera da masticare bene i pensieri, sentirne il gusto. Voglio usare il cervello in maniera ecologica. Senza fretta, senza pressioni eccessive, con il piacere che esso regala quando funziona secondo la sua natura.

Sono innamorato della vita dell’Io. Me ne prendo cura. Ho davanti una nuova giornata. Posso inventarla da capo a piedi. La voglio inventare.

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Ho fatto una foto dal mio balcone. È un angolo dei giardinetti che arricchiscono l’abitabilità di questi condomini.

Primo. La fotografia, resa così facile dai nostri cellulari, è un potente strumento per arricchire la nostra percezione.

Secondo. La foto che facciamo, con la scelta dell’inquadratura, ci addestra alla creatività nella scelta del modo di guardare la vita in generale.

Terzo. Sono affascinato dalle ramificazioni, impossibili da seguire con lo sguardo lineare, di quelle piante ai margini dello spazio. Rappresentano la difficile e complessa arte di mettere insieme i nostri discorsi lunghi e complessi, i nostri progetti compositi. Ci serviamo di quelle ramificazioni nelle nostre mappe mentali per tenere in ordine e in collegamento idee e pensieri che raccogliamo o produciamo.

Quarto. Attraverso quella complessa diramazione la pianta nutrirà e spalancherà alla luce del sole la sua grande chioma di foglie verdi. Che trasformeranno la luce solare in zuccheri per il proprio nutrimento e per il nutrimento di tutti gli altri esseri viventi, perché il mondo delle piante è la base della catena alimentare.

Quinto. La funzione clorofilliana è la base stessa di tutta la vita sulla terra. Trasforma l’anidride carbonica prodotta dagli animali, noi compresi, in ossigeno.

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Ci sono amori di lunga durata, che creano una famiglia ed erogano una generosa solidarietà tra i membri.
E ci sono amori diversi, nati per nutrire una particolare vitalità e ad alimentare una certa energia creativa, capace di svincolare dalle regole e dalle prigioni. Amori che magari si spengono dopo un po’ di tempo, ma che, finché durano, soffiano sul fuoco della vita offrendo il proprio dono meraviglioso.

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Una mattina al risveglio. La voglia di realizzare. L’immaginazione al potere. Qualcosa è seminato dentro. La ghianda vuole sbocciare e crescere. Nel mondo. L’uomo non ha bisogno del letargo dell’inverno. Gli basta la notte. Può fiorire ogni giorno.

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Non vorrei mai che venisse la sera. Più che la sera, il sonno. Io sono affezionato alla veglia. Al cervello che ancora funziona vivace.   Quando le sinapsi cominciano a battere in ritirata, mi viene tristezza: mi devo rassegnare.

Mi tengo leggero nei pasti per evitare la sonnolenza (che ovviamente arriva ugualmente). Cammino avanti e indietro per svegliare il corpo, suono un po’ alla tastiera per entrare nella zona in cui le idee saltellano nella testa. Faccio collage creativi sulle mie Guariskine. Abbozzo veloci acquerelli sui taccuini per restare sorpreso dal potere delle macchie. Tutto per tenere connessa la mente.

E poi leggo. Percorro i libri, anche dieci per volta, come fosse un territorio che attraverso camminando. Mi lascio sorprendere dalle idee che suggeriscono, le raccolgo, le mastico, voglio sentirne il gusto. Le assimilo fino a che non le sento carne e sangue miei.

Mi servo degli strumenti digitali per disegnare, fare mappe mentali, fotografie. Tutto gira attorno al lavoro della mente. E poi guardo il mondo dalla finestra ed elaboro i tratti della mia avventura. Mi sento bene. Felice della mia vita.

Categorie: Eugenio Guarini