Non è il caso d’invecchiare troppo in fretta

Il quadro: LA NUDITE’ DU BLEU, acrilico su tela, cm 100×1001

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Okei, ho ottant’anni. Si dice che la gente alla mia età continui a ripetere: “Ormai…”. Beh, non so se è vero. Suppongo di no. Ci sono tanti settantenni così attivi che fanno ben pensare sulla quarta età. Per la mia situazione, parlo con molti autisti della Croce Bianca. Settantenni energici che mi raccontano tutti la stessa storia: sono volontari e lo fanno perché li fa sentire utili. E questo è un punto importante.
Personalmente, ho qualche problema alle gambe, ma la testa è piena di progetti e d’energia. Studio ogni giorno come migliorare la mia capacità di rendere intenso e creativo il momento. Sono diventato fantastico in questo. La noia non so cosa sia. Ho dei progetti ambiziosi per il futuro. Gambe a parte, è il periodo migliore della mia vita.

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Giochiamo a GAG?

Adesso ti racconto un gioco stupido che faccio ogni volta che vado al supermercato (ogni due o tre giorni, circa. E ci vado non solo per la spesa, ma perché lì è il posto dove incontro più gente che conosco e posso scambiare quattro chiacchiere).

L’ho chiamato il Gioco della Gentilezza Automobilistica Gratuita (GAG). Il tratto che mi separa dal Supermercato non arriva a dieci chilometri. Devo attraversare il paese e poi scorrere lungo una statale larga e comoda che incontra una mezza dozzina di grosse rotonde.

L’idea è di raccogliere più punti possibili fermandomi alle strisce pedonali per lasciar passare le persone, facendo loro un gran sorriso e un gesto di invito. Oppure cedere la precedenza con garbo e sorrisi alle macchine che arrivano da destra. Niente di ché, dunque, tranne il sorriso e il gesto di cortesia.

Beh, quando vedo che le persone mi rispondono facendo anche loro un bel sorriso, il punteggio raddoppia, e avverto una piccola botta di dopamina che aumenta il mio buon umore.
Inoltre, per un anziano che guida un’automobile, è facile accorgersi che “la gente ha una fretta dannata”. So che una macchina lenta solitamente fa “incazzare” chi ha fretta. Allora il mio gioco è tenere d’occhio chi ho dietro (dallo specchietto retrovisore) e favorirgli in tutti i modi il sorpasso. Ovviamente cerco di sorridergli, anche se ci sono poche possibilità che lo noti, ma il mio punteggio aumenta.

In me la fretta è scomparsa da tempo e mi posso dedicare a questi giochini stupidi che hanno i loro doni: il viaggio passa che non me ne accorgo, la dopamina mi rallegra, rimango sveglio senza che la mente s’intorpidisca, e raccolgo punti che mi legittimano una ricompensa al bar del Supermercato.

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Penso che Facebook sia un grande spazio dove, volendo, possiamo esercitare l’arte della gioia.

Si tratta di andare controtendenza rispetto alla pratica molto diffusa dell’esprimere rancore, critica e piagnisteo. E, riconosciamolo: andare controtendenza ci eccita un po’.

Alla melanconia nostalgica possiamo concedere rispetto pensando ai nostri maggiori lirici (se abbiamo fatto gli studi classici).

Ma la gioia, assolutamente, la gioia è decisamente meglio!

Ci sono persone che entrano in un bar, o nell’aula scolastica, o nei corridoi dell’azienda, perfino sulla piazza del mercato… e subito l’atmosfera diventa vivace e gioiosa. Hanno la battuta felice, il sorriso sul volto e quel modo di porgere le cose che li rende accattivanti. Alcuni di loro irradiano un sincero entusiasmo per quello che fanno.
E viene a tutti noi una scossa elettrica che ci desta dal torpore e accende i sensi.

Anch’io voglio vivere davvero, essere presente, scoppiettare.

Perché buttare questo momento nella spazzatura di tutti quei momenti grigi dove non è successo niente?
Io ho il potere di rendere questo momento vivace e creativo.

Ho deciso: ricomincio daccapo!

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Tra i tanti quadri che ho fatto questo ha per me un senso particolare.
Il titolo me l’ha regalato un’amica carissima, e mi piace molto. Stento perfino a immaginare come lei abbia fatto a trovarlo così calzante.
Il quadro per me esprime una riuscita semplificazione delle cose. Una di quelle che vengono con quella che chiamano “beatitudine post traumatica”.
Di cosa si tratta? È una condizione d’animo che avviene dopo che hai dovuto assaggiare il pensiero della morte (per esempio dopo una diagnosi di tumore, com’è successo a me). Passato il momento critico avviene un profondo cambiamento dentro di te: la vita ti appare più preziosa. Ma non solo: avviene una sorta di pulizia della mente (La nudité di bleu!) e d’ora in poi saprai quali sono le priorità che contano e del resto non te ne importerà niente.
Questa è per me una sorta di felicità di altissimo livello.

Categorie: Eugenio Guarini