L’avventura

Se il primo modello è l’Odissea, nell’epoca moderna i primi romanzi europei sono viaggio attraverso il mondo, un mondo illimitato. Don Chisciotte parte per il mondo, poteva entrarvi liberamente e tornare a casa quando voleva. L’inizio di Jacques le Fataliste di Diderot sorprende i due eroi già in cammino: non sappiamo né da dove vengono né dove vanno. Uno spazio che non conosce frontiere.

È il momento in cui l’io esplora l’avventura.

L’avventura è un momento infantile, fantastico, irresistibile, irrinunciabile.

I romanzi d’avventura attirano i ragazzi.

Verne, Salgari, Stevenson, Defoe, Jack London, Melville…

Il recupero dell’avventura in uno spazio senza frontiere, uno spazio libero, fa parte della rivoluzione creativa del quotidiano.

Il quotidiano oggi rischia di essere fagocitato da Lavoro, Burocrazia, Economia, Politica, Televisione… Potenze che fanno sentire l’io inconsistente, impotente. La vita senza avventura declina verso l’appiattimento.

La creatività riscopre il gusto dell’avventura e le riconquista lo spazio e il tempo. C’è già una ricca letteratura per riscoprirla e viverla.

Ci sono tanti esempi di persone normalissime che diventano eroi di una loro personale avventura.

Siamo stati per alcune centinaia di migliaia di anni cacciatori e raccoglitori. Era il tempo dell’avventura. Questo tratto dell’umano non si nega a lungo senza guasti ed è sempre lì a sollecitarci.

Nell’avventura, il mondo, l’azione e la fantasia vanno a braccetto.

Categorie: Eugenio Guarini