La spontaneità del gesto.

Alla fine di Luglio (il 28) inizia una mia anomala esposizione nel Porto di Andora, invitato dalla sede locale della Lega Navale. Ci vado volentieri perché lì c’è mio figlio Giulio, che fa lo skipper e lavora in una scuola di vela proprio in quel porto. Ci vado volentieri perché ad Andora sono andato anche l’anno scorso, in un bel palazzo storico. Sarà un’esposizione serale mobile all’aperto, nel senso che ogni sera i quadri verranno esposti e dopo una certa ora ritirati (un po’ di lavoro). Durerà fino al 6 Agosto.

Non ho ancora deciso cosa portare perché non è il mio forte programmare a distanza così lunga di tempo quello che farò (sono un pessimo programmatore), ma ho deciso il titolo e l’immagine per la locandina (perché la stanno già preparando: loro sì che sono esperti programmatori).

Il titolo esprime un aspetto della mia visione personale della pittura: La spontaneità del gesto. Sono sempre stato attratto dall’immediatezza, dall’improvvisazione, dalla spontaneità. La vorrei dappertutto. Vorrei per esempio che i nostri dialoghi quotidiani fossero così sagaci e brillanti come quelli che leggiamo nelle opere teatrali o nei romanzi. Vorrei insomma che si fosse così bravi da improvvisare bene il nostro modo di incontrare gli eventi, le persone, le circostanze, le occasioni.

Ho sempre amato la dimensione dell’espressione (la mia pittura è sicuramente espressionista), non solo nella pittura, ma in tutte le dimensioni (la danza, la mimica, la scrittura, il teatro…). Credo che quando mi sentirò pronto cercherò di raccogliere un insieme di indicazioni utili attorno al tema dell’Espressione terapeutica e felice.

In un certo senso la mia passione per l’Espressione viene anche prima di quella per la Comunicazione. Penso che debba precederla, perché se si parte dalla Comunicazione si può rischiare di affidarsi a modelli esterni, che si sono rivelati efficaci per qualche scopo specifico, ma che proprio perché non sono nati da noi stessi, ma da una scuola, possono rivelarli alienanti.

Mi piace pensare che la Comunicazione sia una conseguenza naturale di un’accurata Espressione. E vedo l’Espressione strettamente connessa con l’Identità.

E così, anche nella pittura, ho cercato di imitare gli improvvisatori jazz, i quali si esercitano in continuazione per affinare la loro capacità di improvvisare sul momento.

“La spontaneità del gesto” è dunque un buon titolo per la mostra di Andora. E ho scelto l’immagine per la locandina, che è quella allegata a questo testo. In essa si raffigura una strada sterrata che s’inostra in una campagna. È un’immagine che fa parte del mio archivio esperienziale, ma più che il soggetto del quadro inviterei a portare lo sguardo sulla spatolata, sul tratto, sul gesto che fa emergere l’immagine dalla superficie.

 

Un caro saluto a tutti gli amici.

Eugenio

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