Una vita come laboratorio

 

Il quadro: “Litorale d’inverno”, acrilico su tela, cm 100×100

Da tempo ho deciso che per esplorare le cose è una bella idea di considerare la mia vicenda una sorta di laboratorio di ricerca. Un esperimento. La mia vita non è un esperimento? Lo è nella misura in cui ha senso pensare che una vita interessante è sperimentare, tentare e provare, in vista di scoperte, conquiste, sviluppo, crescita. La beatitudine, la serenità, la quiete contemplativa è soltanto la prima metà del cerchio. La seconda è movimento, esplorazione, azione, avventura.

Sono quieto e inquieto. Lo so da tempo. Mi piace che sia così.

Non ho mai conosciuto la noia. E mangio veloce come i ragazzini, per tornare a giocare!

Mi tengo relativamente a distanza dalle vicende del mondo. Mi sottraggo il più possibile dall’inquinamento da informazione. Ma sono consapevole del mio legame col mondo e più in generale con l’universo e la vita. Per operare a modo mio nel mondo ho bisogno di ripararmi dalla sua invadenza.

Niente della mia dotazione personale va deprezzato. Il pensiero lo voglio agire al meglio. Le emozioni, l’intuito, il fiuto, fanno parte del mio criterio di valutazione. Il corpo e la mente cerco di farli collaborare costantemente. Definisco ogni giorno, il meglio che posso, il quadro della situazione. Ma si tratta sempre di un abbozzo interlocutorio.

È un po’ come riassettare la casa ogni giorno quanto basta per poter operare fuori dal caos. È scontato che io accetti la mia ignoranza e la tenga a mente. Ma è anche scontato che segua il desiderio di conoscere in maniera diretta, sperimentale.

La cultura per me è coltivare la natura, in me e là fuori. Qui risiede l’arte suprema, quella che cerco di sviluppare e di apprendere ogni giorno. Non sto seduto in una visione del mondo più di quanto richieda il desiderio di tenere viva la mia vitalità. Non accetto teorie che deprimono. E ora mi riposo un momento in questo “Litorale d’inverno”.

Categorie: Eugenio Guarini