le donne e le lenzuola
Invio questa newsletter dall’Ipad perché il mio sistema di computer è saltato ed è in attesa di riparazione.
La prima reazione è stata di scoforto e rabbia. Senso di separazione improvvisa dai tuoi contatti quotidiani e soprattutto perdita dei tuoi strumenti espressivi tanto amati.
Sono stato costretto a rivolgere attenzione al mondo fisico. Un po’ per volta sento che c’è qualcosa di ecologico in questo. La giornata è molto bella, c’è un vento che urla forzando gli infissi. Il sole fa esplodere il bianco delle montagne innevate. Scopro che ci sono moplte cose concrete che aspettano da tempo la mia attenzione. Pulire casa, riassettare gli ambienti, riordinare il magazziono quadri che ho in garage e perfino rimettere in ordine il camper che ancora conserva i resti dell’ultimo trasporto di due mesi fa…
Il quadro che allego è recente. In qualche modo è legato al ricordo della mia nonna materna che era apprezzata per la sua capacità di rimettere in sesto le lenzuola lise nel centro. La chiamavano tutte le conoscenti. Lei le tagliava in mezzo e le ricuciva accostando al centro i bordi esterni.
Ricordo la volta che mi aveva portato con sé, per fare questo lavoro alla moglie del fattore Barbini, a Monsummano Alto. Lavorava all’aperto, nell’aia, con le altre donne che l’attorniavano.
Io la osservavo, ogni tanto, da sotto il fico, giocando con Allegretta, la figlia dei contadini.
Non mi piace cedere al romanticismo ma mentre scrivo queste cose sento una lacrimuccia che preme sotto le palpebre.
Categorie: Eugenio Guarini