Quando i cipressi pensano a Van Gogh
Quando i cipressi pensano a Van Gogh.
(il quadro: acrilico su tela, cm 70×100)
In questo momento molti stanno correndo verso il lavoro. Entrano nella macchina della produzione, dei servizi, dell’economia, del mercato. Non hanno tempo per altro. È stato così anche per me, a lungo.
Penso ora al lusso che mi è riservato di poter fermarmi a pensare come desidero dipingere questa nuova giornata, che ho trovato in offerta al risveglio. Un’intera giornata della mia vita. Uno spazio che mi viene incontro come una tela. Non del tutto bianca, certamente, ma questo non mi disturba. Mi sono addestrato a stabilire collegamenti nuovi tra le cose che capitano, ho imparato a partire da ciò che c’è per creare qualcosa di nuovo e bello.
È un’avventura, perché nulla è scontato. Nemmeno che io arrivi al termine del giorno. Ma in questo momento m’interessa non perdermi in elucubrazioni. Andrò adagio, e sarò presente e vivo in ogni istante. E gli occhi cercheranno nel pozzo interiore i segni del desiderio, le tracce, i cartelli indicatori.
Esattamente come sulla tela, saranno i gesti a tentare la sorte, a lasciare tracce di movimento. Voglio che sia colore quello che esce da me. E che i miei gesti siano una danza gioiosa.
Categorie: Eugenio Guarini