Mangio ancora troppo in fretta

Il quadro: Looking for: smalto su tela cm 100 x 100. Una fame infinita mi spinge a buttare dentro sempre troppa roba. Vorrei trovare un modo sano di procedere nella ricerca.


Bulimia?


Vi racconto questo. Col procedere dell’età mi si rivela sempre più chiaramente un limite che di fatto ho sempre avuto e che ho fatto volentieri finta di non avere per lungo tempo. Lo chiamerei un limite di assimilazione dell’esperienza. In qualche modo è collegato alla fretta di vivere le cose.


È un po’ come  nel mangiare. Voglio dire che la mia capacità di assimilare l’esperienza, e quindi di viverla, ha dei limiti ben precisi. Ignorare questa circostanza ha coinciso con il tentativo di vivere non la mia vita ma quella di qualche altro modello ideale, più capace di me. E di scivolare inevitabilmente sulla superficie delle cose. Di fatto non sono capace di gestire situazioni troppo complesse. Posso essere molto indaffarato, ma le cose non entrano dentro. Non nutrono.


Ho scoperto col tempo che rallentare e aderire alla situazione più vicina e accessibile mi consentiva di digerire le cose molto meglio e di assimilare meglio e di vivere con maggiore intensità.


Il mondo in cui affondano le nostre radici viene definito “liquido” da Zigmunt Bauman. Ciò è vero anche nel senso che i potenziali nutrienti vengono veicolati più facilmente e in maniera più fluida fino alle nostre porte sensoriali. Con il rischio di indurre un riflesso da sovra alimentazione frettolosa. Una sorta di bulimia nel buttare dentro il più possibile per soddisfare una fame infinita. Ma tutta questa roba ingurgitata in fretta… ingorga, costipa, inquina e viene rigurgitata …


C’è tanta di quell’abbondanza di stimoli oggi che si resta stralunati a guardare e sentire. Credo che sia una ricchezza. E imparare ad alimentarsi in maniera sana è diventato estremamente importante.

Categorie: Eugenio Guarini