Sulla bellezza del paesaggio

Il quadro, della serie Scribble, si titola Filare di alberi, in fondo..


Riflessione su la bellezza del paesaggio


Vado spesso fuori col camper, per lavorare e scrivere all’aperto.
Pensare e scrivere all’aperto ma fa sentire in un ambiente – esteriore ed interiore – molto positivo e piacevole, dove essere e fare risulta sano, disteso, nutritivo.


Nel definire questo piacere ne parlo per lo più come il piacere della Natura. Ma, ad essere più attento, capisco che le cose non stanno esattamente in questo modo. Quella che incontro e di cui godo non è la Natura Selvaggia.


Se penso alla Natura Selvaggia, la vedo inospitale, pericolosa, aggressiva. Quella che incontro e di cui godo è la Natura Coltivata, curata, addomesticata, con intelligenza e gusto. Il Paesaggio è quest’incontro felice della Natura con il Lavoro dell’uomo. È il giardino, non la foresta.


Ma nel Bel Paesaggio mi si rivela anche meglio il carattere del Lavoro umano dotato di bellezza e di senso. È un lavoro che non violenta aggressivamente la Natura – quella dell’ambiente e quella del corpo -, ma piuttosto vi dialoga, ne rispetta l’inclinazione, ne segue gli spunti, ne imita le procedure estendendole oltre.


L’ambiente umano piacevole è dunque un felice incontro creativo di lavoro e natura. La mia intenzione artistica si alimenta di questa intuizione. Al di là del carattere espressivo – quello in cui a prendere una forma sono pulsioni del soggetto – l’intenzione sociale dell’arte consiste nel rendere l’ambiente umano – quello in cui si sta, si vive, si lavora, si incontra, si collabora, si progetta, ci si nutre… – più accogliente ed ospitale, più stimolante e nutritivo.


I miei quadri, certamente parlano di me e mi consentono quella cosa straordinariamente importante che è l’espressione, ma sono anche, al contempo, destinati a colorare il mondo, a renderlo più ospitale e stimolante per le storie e le esistenze.

Categorie: Eugenio Guarini