Voglia di partire
Dietro la casa padronale è il titolo di questo acrilico su tela cm 100 x 100.
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Voglia i partire
La strada del Misobolo, sopra San Giorgio, è deliziosa verso le sette del mattino.
Si respira una presenza nutritiva che inietta meraviglia in corpo. Innocenza allo stato puro. È come essere allattato al primo sole.
Mi viene in mente: E se imparassi l’amore?
Qualcosa come un viaggio che mi ci conduca passo passo, lasciando crescere la pianta dentro, senza sforzo, senza comandamenti?
Mi guardo intorno. Le cose così come sono. Questo è bello da accettare. Certo, solo qualche tempo fa, avrei detto che tutto questo è pura follia. Forse lo è. Oggi, per me, è naturalezza.
L’acqua che scorre gorgogliando, a fianco della strada, i mille canti d’uccelli, e lo sbocciare dei meli, oltre il fossato, e i germogli delle viti, le montagne innevate sullo sfondo, e perfino la mia ombra sull’asfalto…
Naturalezza è questo essere quel che si è, semplicemente, come posati sul palmo aperto della vita, esalando il profumo secreto dagli stessi processi che ci fanno.
Senza tensione, senza cura, senza apprensione, senz’affanno…
Distendersi sull’onda lunga di ciò che avviene.
Sospetto che l’idea di Paradiso Terrestre sia nata passeggiando un mattino presto della bella stagione, in un posto come questo.
Mi nutro. E appena sono colmo, so già che questo tempo è solo metà del mio respiro. Ora già sento voglia di andare e di fare e diventare e costruire e trafficare.
E se imparassi l’amore? – Mi ritorna in mente.
E vedo che l’amore non può fermarsi a un bel sentire.
L’amore vuol fare, diventare…
E cerco di capire.
Un curioso pensiero mi viene a visitare.
Vedo le cose come imprigionate nelle loro definizioni. La forma delle cose, ciò che le cose sono, come una residenza temporanea della loro essenza, che ora vuol partire.
Il pensiero strano suggerisce che l’amore chiede di svincolarsi dalla prigione di se stesso. Di riprendere il cammino, libero di essere… ogni altra cosa.
Categorie: Eugenio Guarini