La musica della vita
Carnevale1 è un quadro nato sotto l’influsso delle vicende di questi giorni. Lo trovo leggero e rassicurante. La mia amica Angelica lo descrive come “coriandoli di pesci che si tuffano allegri nel mare”. Jana lo commenta così: “Tranquillità e in più energia… Colori che muovono, le curve che si espandono. Non e più tranquillità. Forse e proprio quello che sento io. Chi sono io”.
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La musica della vita
Da due giorno non faccio che rimuginare. Una sorta di riunione permanente del consiglio di amministrazione. Che sta succedendo? È possibile tracciare un quadro della situazione? Qualcosa si muove? E in che direzione? Come operare al meglio? Come favorire il buono e sfuggire alle insidie?
Diversi oratori prendono la parola. Diverse voci vengono registrate dagli stenografi. Qualcuno ribadisce che il criterio fondamentale di giudizio è quel piacere intenso al fondo del cuore che è indizio di un cammino ben orientato. Indica armonia tra le parti di me e anche con i microeventi che interessano la mia piccola area d’azione.
Un altro si sofferma sul fatto che io sono un puntino su un piccolo puntino blu, visto dalla sonda spaziale non so quale, da un anello di Saturno…(ho ricevuto recentemente una presentazione di questo scenario). E io mi perdo a stupire che quel puntino che io sono sia capace di guardarsi da così lontano, aprendo in sé uno scenario così incredibilmente più vasto di sé. Ovviamente il pensiero mi stordisce.
Scopro, anche per questa via, di essere fondamentalmente una domanda. Non qualcosa che è ma qualcosa che chiede di essere… Capisco che scoprire e accettare di essere una domanda vuol dire vedere che cercare è la risposta.
Vedo che ci sono risposte date troppo in fretta per liberarsi del peso della domanda. Mentre ciò che sento ora è che è bellissimo essere domanda attiva. Questa è una di quelle idee che non afferro mai del tutto, ma che mi apre il cuore ogni volta.
Penso al lusso di queste camminate filosofiche. Le ho sempre desiderate. È qui che progetto scenari di fondo per la mia avventura.
Penso agli eventi buoni di questi giorni. Gratitudine.
So che voglio esercitarmi in continuazione nella scrittura, nel disegnare e nel dipingere e al piano. Incessantemente!
Vedo le nuove opportunità che mi sono state portate dalla vita. Le trovo attraenti. Mi aspetto piacevoli sorprese e una fecondità inaudita.
Camminando fuori Pavone, verso Sanguinello, mi domando cosa voglio davvero? Ecco la forma che prende ora la domanda che io sono. E mi vedo nella realizzazione piena dell’arte. Nella pittura, nella scrittura e nella composizione musicale. Non mi vergogno della megalomania di questo quadro. Io sono questo desiderio. Questa forte spinta espressiva.
Ritorna nella mente l’immagine di quel pianoforte a coda che sogno da anni. E mi rendo conto che c’è nella vita una musica intensa, suadente, profonda, che mette in risonanza il cuore, riecheggia lungo le strade che percorro, dagli scenari in cui mi visitano i pensieri. Questa musica vuol essere detta, cantata, danzata, suonata, espressa, rappresentata, celebrata.
Questa è la musica che scivola tra le parole degli innamorati. È questo l’oggetto caldo del mio desiderio.
Categorie: Eugenio Guarini