Risorse di ordinaria follia
Il quadro: Un cuore per due. È un regalo che Paola fa al suo fidanzato per Natale.
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Risorse di normale follia
Diciamo che per mantenere l’anima surriscaldata, per tenere la mente su un alto regime di giri, insomma per esserci in maniera da sentire che essere vivi significa qualcosa, ci diamo piuttosto da fare.
Innanzitutto per non cadere nella spirale scivolosa che porta giù. E molti sono gli incontri e gli eventi della giornata che suggeriscono per inerzia questo esito. E le soluzioni per inerzia sono le più facili e le più probabili.
Mi fanno notare che la gente (in generale) non fa che lagnarsi.
Non me ne accorgo direttamente. Mi rendo conto soltanto che i telegiornali rivelano una cascata di brutte notizie ogni giorno.
E voglio credere ai miei informatori.
Avverto spesso la fatica di restare sulla cresta dell’onda energetica.
Mi aggrappo volentieri – e pieno di gratitudine – all’esempio delle grandi figure che appaiono lungo il cammino, in momenti particolari, ma non poi così rari.
Qualche settimana fa la morte a 80 anni ha riportato alla vista la bella e creativa figura di Maurice Béjart. Oggi – vivo e vegeto – Oscar Niemeyer, forse il più grande architetto del mondo, compie 100 anni. Che figura straordinaria! Che gioiosa e serena vitalità, ancora, nei suoi gesti, nelle sue parole, nei suoi disegni…
Incontrare persone vive è incontrare sorgenti di energia. Te la donano senza far niente. E tu ne puoi attingere a piene mani in maniera del tutto gratuita.
Sono commosso e sorpreso di questa ordinaria possibilità di ricaricarmi con gli incontri di persone particolarmente vive.
Sono le persone vive che tengono alta l’anima di tutti.
E c’è bisogno di anima e di slancio per disegnare una vita che aspiri alla pienezza. Una vita in abbondanza. Che è il sogno di ognuno.
Gli architetti o i coreografi (come altri creativi) mi suggeriscono l’idea della creazione in proprio del film della mia vita felice. E così passo ore, camminando all’aperto, o schizzando parole e tratti sul mio notes, o collezionando immagini sul mio album dei desideri, a sceneggiare il copione del film della mia vita felice.
E giuro che questo mi aiuta infinitamente a tenere il livello di energia su un profilo alto.
E ammetto che la mia piccola vitalità ha dentro di sé un sogno di pienezza di cui non riesce neppure a disegnare i contorni.
E spesso penso che il futuro è questa sete che mi porto dentro – questo, molto più che il tempo che verrà.
Come certi fantasmi dei fumetti che restano invisibili se non li si veste col lenzuolo, il mio futuro si rende visibile nelle sue movenze e nei suoi spostamenti quando è rivestito delle parole e delle immagini del copione che vado scrivendo.
Sembrerà follia a chi non alza mai lo sguardo da ciò che c’è, che si può contare e misurare. Diciamo che è una risorsa di ordinaria follia!
Categorie: Eugenio Guarini