Un amore?

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Il quadro: Marco architetta menu, acrilico su tela cm 100 x 100


Un amore?


È vero, non ho tutti i perché.


Mi guardo attorno in questa casa gentile, amica.
La vita vi si muove dentro, riflettendosi nei vetri, e slittando a bagliori sul pavimento di piastrelle lucide. Appare e si prospetta. Scivola, scatta. Cerca il suo altrove. Come se volesse guardare dalla finestra.
La fuori appare tutto più largo, più grande. Qui dentro, più intenso.


Mi guardo attorno attraversando la città. Sorpreso e incuriosito da quello che vedo. Oggi a Torino. Corso Lecce, Trapani, Siracusa, e poi corso Sebastopoli. Le telefonate calde, esplosive con gli amici e le amiche. Sono tutti al telefono, in macchina. Tutti stanno parlando con qualcuno, mentre attraversano la città. Un sacco di cose appese alle pubblicità, in ogni dove. Immagini suadenti, colori e frasi persuasive. Fai il giro del mondo spostandoti per qualche decina di chilometri.


Non ho molti perché. Mi sembra di non averne molti, se si tratta di spiegare. Ne ho tanti se si tratta di domandare. E sono domande che non vogliono solo sapere. Chiedono di essere, diventare, provare, scoprire.


L’amica Bruna dice che dovrei farmi una fidanzata vera. Lei immagina che sia la solitudine a rodermi dentro. Invece è il desiderio di raggiungere la misura piena. Una volta – anni fa – abbiamo parlato di talenti e della necessità di coltivarli, di svilupparli, di farli fruttare.
Sui miei talenti sono pieno di omissioni.
È questo che mi rode.


I miei amici mi vogliono bene. Io sono affezionato. L’Uberge è un posto dove ogni tanto ci si ritrova. È sempre una commozione. Nel quadro c’è Marco, che con Fabiana, gestisce il locale. Insieme abbiamo inventato questa pittura conviviale che dagli inizi di giugno colorerà le pareti e farà chiacchierare gli avventori.


Io amo molto i miei amici. Sono tutte persone che stanno cercando. Alcuni, i più giovani sono alle prese con i ragazzini che hanno messo al mondo. Altri si sono inventati un lavoro. Altri stanno cercando di uscire da una situazione soffocante e di trovare spazi migliori per le proprie necessità espressive.
Tutti lavorano quotidianamente per allinearsi con la Vita.


Io mi sono inventato pittore per guadagnarmi da vivere restando libero da lavoro dipendente. Spesso è dura con le bollette. Ma la vita è davvero avventurosa. E si può parlare in un modo diverso con gli amici, con la gente. Puoi sentire che ogni giorno è una realtà speciale. E capisci meglio che, se è importante quello che capita, è ancora più decisivo per il senso quello che tu ne fai.


E l’arte poi sta tutta qui. E io mi esercito in continuazione. Perché – come dice la mia amica Anna Maria, la vita è una scuola (informale) a cui siamo tutti iscritti.
E quando ci sono gli esami?
E dopo?


Bruna, comunque, dice che avrei bisogno di una fidanzata vera…


Mi guardo attorno in questa casa gentile, amica.
La vita vi si muove dentro, riflettendosi nei vetri, e slittando a bagliori sul pavimento di piastrelle lucide. Appare e si prospetta. Scivola, scatta. Cerca il suo altrove. Come se volesse guardare dalla finestra.
La fuori appare tutto più largo, più grande. Qui dentro, più intenso.

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