Esposizioni, amicizia e ricerca
Guarini Newsletter
Esposizioni, amicizia e ricerca
Le persone si muovono, le frontiere da superare si formano nella vita di ognuno, comunicare diventa sempre più importante, la ricerca riguarda tutti, il linguaggio si viene formando strada facendo, le vecchie categorie sono molto intelligenti ma crollano, perché si tratta di usare l’intelligenza piuttosto che le categorie, i campi in cui dividevamo la nostra vita perdono i confini e si fondono, si creano molte zone smilitarizzate, sono il luogo in cui si crea un nuovo linguaggio, nuove modalità di pensiero, il sentimento, le emozioni e la ragione si rimescolano, si sta ritornando alle cose, nella confusione dei linguaggi le teste imparano a ragionare in proprio…
Si scopre che ci sono dei salti quantici anche nell’esperienza, nel vissuto e nell’intelligenza dei problemi. Chiamo salto quantico dell’intelligenza quando, dopo che è avvenuto si vedono le cose con una mente altra, e le cose che si dicono non sono comprensibili nella stessa maniera alla mente che c’era prima.
Un salto quantico in amore? Prima tu ami, aspetti, desideri e se non ricevi adeguatamente, viene risentimento, spirito vendicativo, rabbia, depressione, senso di mancanza, biasimo, dolore, inquietudine, perdita… Dopo, nella stessa situazione tu godi dei tuoi sentimenti, stai bene, espandi le tua sensibilità umana, riempi la tua vita, ti espandi, ti allarghi, cresci ed è scomparso ogni risentimento. Continui ad erogare amore e te n’arricchisci. Se lo dici a qualcuno che non ha vissuto questo salto quantico egli capirà che si tratta di vittimismo, adattamento verso il basso, rinuncia e caduta, sofferenza. Di fatto, tu sei lontanissimo da queste categorie dell’esperienza.
I salti quantici avvengono. Tu ti eserciti, lavori, ci dai dentro, tutto sembra difficile, duro, faticoso, penoso, e tu continui. Poi, un bel giorno, tacchete! Succede. È successo così quando hai imparato ad andare in bicicletta, quando hai imparato a guidare, quando hai imparato a fare l’amore, quando hai imparato a tenere conferenze in pubblico, quando hai imparato a suonare il contrabbasso, quando hai imparato a calmare i bambini piccoli, a discutere con la tua donna, a far fronte al fallimento finanziario…
La logica sembra questa: si attraversa la prova da cima a fondo, senza fuggire, senza esimersi, senza difendersi. Poi, succede. Improvvisamente. E tutto cambia. Tutto quello che era difficile diventa facile. Fino alla prossima frontiera.
La mente precedente insegna a fuggire dalla pene della prova. Ma solo attraversandola puoi accedere alla mente successiva. Il salto quantico.
Fine delle elucubrazioni teoriche.
Sabato, al Plaza di San Donato Milanese, molti incontri. Si parla d’amore e si parla di lavoro, d’aziende e d’impresa. Si parla molto di questa ricerca sui talenti che mi coinvolge con la Bruna Nava e alla quale altre persone della newsletter desiderano introdursi.
E dunque si decide di aprire le porte al contributo degli altri.
Un buon modo per aprire è quello di porre delle domande, invitando a svolgerle anche fuori tema. In maniera che ognuno possa parlare di sé e di quello che gli sta a cuore, dal suo punto di vista. Che ognuno dica la parola che è.
Ecco alcune domande.
Quando ti sei accorto di avere un talento per…?
Racconta il romanzo della scoperta.
Cos’è successo della tua vita, nell’insieme, nel momento che ti sei deciso per i tuoi talenti? Allarga la descrizione fin che basta.
Qual è il tuo modo preferito di sabotare la tua vocazione e i tuoi talenti? Con quale tornaconto? Sii spietatamente sincero.
Mandate le vostre mail. Se pensate di non sapere scrivere, non siate perfezionisti. Se sapete scrivere bene, limitate la vostra vena letteraria. Pensate alle cose e non alle parole.
E perdonate la presunzione di chi lancia questa proposta.
Un abbraccio,
Eugenio
Sono un