La differenza
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La differenza
Certo, amica mia! Ti piace l’idea di svegliarti ai mattino con quella voglia in corpo. No, non quella…! Parlo di quel senso di gratitudine perché c’è una nuova giornata da vivere, e tu puoi darti da fare per mandare avanti i tuoi progetti, che sono il tuo sogno. Cavolo, più che il tuo lavoro, è la tua vita stessa. Non è facile quantificare quanta energia hai addosso, ma ci puoi giurare, la spenderai fino all’ultimo per mandare avanti il tuo progetto. E sai già in anticipo che sarà gustosissimo, che sarai creativa, che acchiapperai ogni evento e ogni segnale del tempo. Ecco, lo vedi? Sei proprio innamorata della vita. È la tua grande avventura, intensa e succulenta.
Sì, lo so cosa pensi, mentre di lavi, ti riassetti i capelli, passi lo spazzolino da denti e ti spalmi sobriamente, ma con attenzione, l’olio satinante sul corpo. Sei fiera di te, perché sai che questo stato d’animo è il risultato della tua cura di te, di un impegno che sviluppi quotidianamente. E, nello stesso tempo, è una sorta di miracolo, un dono del Cielo, come direbbe tua nonna Viviana.
Ti chiamerò Claudia, oggi – ho le mie buone ragioni. E allora, Claudia, fermiamoci un po’ a parlarne. Insieme. Vuoi?
Lo so che ti occupi di formazione e d’orientamento. Lo so che hai frequentato dei buoni master. Hai scelto il meglio per te. E hai fatto bene. Sei stata coerente con il tuo amore, con la passione che ti rende così viva. Un amore merita impegno e attenzione, diciamo: cura. E hai imparato molto nell’arte della gestione delle tue emozioni e dei tuoi stati d’animo. Lo sai che da questo dipende quello che fai e come lo fai, e quello che realizzi. Perché il bello di questi insegnamenti è che ti orientano ai risultati e ti pongono sul piano del fare.
Ma tu sei particolare. Diciamo che hai afferrato un domandina che batteva alla porta della tua vivace inquietudine e non l’hai seppellita rapidamente di fronte alla prospettiva efficientistica che le strategie motivazionali ti dipingevano davanti a colori vivaci e allettanti. La tua particolarità – quella che ti rende bella ai miei occhi – è che rimaneva dentro di te il senso di una differenza – era nella stessa domanda di cui sentivi il sussurro.
C’era una differenza. Lo intuivi e cercavi di metterla a fuoco. Ti sei ripetuta la domanda infinite volte. Spesso al mattino, proprio quando come adesso, facevi toilette e cercavi di incontrare la tua bellezza nello specchio. Perché – lo sentivi – anche per la tua bellezza era la stessa cosa… Sì, forse l’intuizione è nata proprio lì, davanti lo specchio. Hai guardato sulla consolle… Quante creme ti sei comprata per la cura del corpo! E i bagni schiuma? I sali da bagno? Adesso non andiamo nei dettagli… Con tutto quello che leggi in proposito, conosci un’enciclopedia di strategie operative per migliorare il tuo aspetto. Ecco, ci sono. Arrivo al punto. Quella mattina – diciamola così – hai intuito con evidenza palmare che tutte quelle strategie erano importanti, ma che da sole non bastavano. La tua bellezza – quella allo specchio – doveva venire da dentro. Sì, l’hai afferrato, da dentro di te. Tutte quelle cure non ti avrebbero fatto sentire veramente bella se non vedevi negli occhi che lo specchio ti rimandava una bellezza interiore che non chiedeva altro che di venire alla luce.
E, dato che sei un tipo pieno di metafore e d’immaginazione, hai capito che la stessa cosa valeva per il tuo lavoro.