L’uso creativo e quello cattivo dell’intelligenza
Guarini Newsletter
L’uso creativo e l’uso cattivo dell’intelligenza.
Meglio aver ragione o star bene?
Una notte, con la costellazione d’Orione che svolazzava nel cielo, credevo d’essere su un vascello e di esplorare, portato dal destino, il mistero dell’essere.
Esiste un’Anima del Mondo – mi dicevo. E mi sembrava di guardare, da una certa distanza, le solite cose. Non esistevano più “le solite cose”. Non c’era niente di usuale.
C’era il fascino, l’incanto, del mistero. Sapevo che ero connesso con l’Altrove. Invece di “cose” c’era il “non so che”.
E mi venivano in mente le parole della canzone: “how many times must a man walk down…” (chissà se l’ho scritta giusta).
Un “non so che”!
Quanti piccoli segnali ti parlano nel corso del tempo!
A volte intensi. Molto intensi.
Tutto ciò che è è bellissimo e di fronte alla bellezza ti manca la parola. Ma l’anima assorbe. Chi può litigare se vede la bellezza? Chi può intrappolarsi nella ricerca di spiegazioni? Quanta energia sprecata nella polemica!
E vidi il momento in cui mi sentii liberato da tutto quello che mi portavo sulle spalle (semmai esista un momento del genere). E vidi quando decisi: ora voglio del tempo per me. E sentire cosa e come e dove.
E quando dissi: stacca, esci dai circoli!
E mi misi ad ascoltare il cuore e la voglia di felicità.
E i calcoli, le attese, gli obiettivi si misero all’ombra dei sogni.
E imparai a credere nella verità dei sogni e a desiderare nel modo corretto.
Poi la mente incominciò a ragionare in modo diverso. La logica non aveva più il suo potere: era diventata un’ancella.
E tutto quello che facevo e pensavo era donato.
Ed era tutto facile.
S’, un vascello. Le vele, il vento, il timone e la sconfinata distesa dell’essere.
E benedissi tutte le colpe della mia vita.
Felici colpe che m’impedirono di rimanere a riva. Che mi spinsero a proseguire il cammino.
E benedissi tutti coloro che mi avevano fatto male. Benedissi la donna che mi aveva lasciato, permettendomi di assaporare il calice della mancanza.
Benedissi tutti gli errori.
Sono loro, errori e colpe, che mi portarono qui.
Un trucco dell’universo, un espediente intrigante della vita.
E volli dirlo a tutti quelli che ancora non lo sapevano.
E poi, il viaggio.
E il ritorno alla terra, i passi uno dietro l’altro. Gli eventi come messaggi. Il senso di appartenenza più grande che abbia conosciuto. Si va insieme – pensai. E compresi che questo era amore.
Anche se non sapevo nulla.
Questo è lo charme del tempo.
Ed era come improvvisare alla tastiera.
E le mie amiche scrivevano versi.
E la rete era toccarsi con mano.
Amici, non c’è nessuna cortina sul nostro futuro.
Amare quello che c’è e che avviene non è conservatorismo.
Smettila di cercare le cause e le colpe.
Inventa seguendo il desiderio del cuore.
Non pensare sempre al budget, trova tempo per l’anima.
Esiste l’Anima del Mondo – mi dissi – e la mia anima ne è un frammento.
Mi posso lasciare guidare. Posso limitarmi a seguire.
I tuoi occhi dicono che ci sei e che c’è tutto quello che rende vivi.
Notizie di rete
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