Amo questa terra
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Amo questa terra.
Sono venuto al mondo su questa terra.
Quando sono arrivato e ho incominciato ad aprire gli occhi, era tutto già avviato, e da tempo. Non c’era soltanto quella che chiamiamo evoluzione naturale. C’era anche una cultura umana elaborata, che ha cercato di passarmi la mappa delle cose. C’erano delle contraddizioni in questi discorsi, ma grosso modo mi fornivano un’idea di come i miei simili, vissuti prima di me, e più avanti nel pensiero, vedevano le cose, quaggiù. C’era abbastanza da scegliere, tranne il fatto che la capacità di scegliere si è fatta viva in me piuttosto avanti nel tempo.
Ho spesso oscillato tra l’idea di essere un viaggiatore che poteva osservare il paesaggio e goderne, o rabbrividirne; oppure essere un protagonista che combinava in proprio qualcosa. Finché il viaggio durava.
Una parte forte di me desiderava solo contemplare. Se non fosse stato per la necessità di guadagnarsi da vivere, sarei rimasto volentieri un contemplativo.
Dunque è la necessità ad aver fatto di me uno che voleva combinare qualcosa. Se fossi stato in altri tempi di questa storia, sarei andato a cacciare, con archi e frecce. Una volta catturato il cibo e cucinatolo, avrei dedicato il resto del tempo a guardare e godere. Ma siamo in un contesto diverso. E so che per cacciare il cibo, oggi, bisogna guadagnare dei quattrini.
La formula che moltissimi cercano e realizzano per questa incombenza è quello di mettersi sotto padrone. Vendono il loro tempo lavoro e ne ricevono uno stipendio, un salario. Non mi piaceva tanto questa soluzione. Forse è pigrizia, forse è presunzione, non voglio valutare. Il fatto è che l’idea non mi allettava.
Ho fatto l’insegnante per molti anni. Che voleva dire vendere il proprio tempo lavoro alla scuola statale per meno ore di chi lavora in fabbrica, in azienda, in cambio di uno stipendio modesto, ma meglio che niente.
Poi mi consentiva di stare con i giovani, che mi piaceva. E di pensare cose filosofiche, che era nella mia natura.
Diventando più grande ho seguito l’impulso a riappropriarmi di tutto il mio tempo e di correre il rischio. Ho trovato dentro di me una forte propensione all’arte, alla pittura e alla scrittura. Mi piace anche la musica e ci sto provando.
Restava la necessità di guadagnare per vivere da libero.
La necessità di guadagnare è anche una forma di schiavitù. Ma non sono venuto al mondo come un ereditiere. E dunque, tanto vale.
Ho cercato di fare di necessità virtù. E non è andata poi neanche tanto male, visto che sono qui, vivo, che scrivo. E le esperienze che ho vissuto mi hanno suggerito la grandezza umana di chi lavora per vivere secondo i suoi desideri. Ho imparato una certa disciplina. Visto che tendenzialmente sono piuttosto pigro, non è male. Naturalmente sogno il momento in cui avrò fatto fortuna e non dovrò più inseguire le bollette. Ma intanto, non mi sottraggo al compito di provvedere a me stesso con queste risorse che mi trovo addosso.
I giornali e la televisione m’informano quotidianamente di un sacco di nefandezze. È mostruoso pensare che ci sono tanti dolori, ingiustizie, e soprusi. È doloroso pensare che tanti miei simili sono in una condizione pietosa.
Non so cosa fare. Ci sono tante campagne benefiche in circolazione e tante organizzazioni che si occupano di obiettivi umanitari.
Ci sono anche buone notizie che alimentano la speranza. Ma prevalgono sempre le cattive notizie.
A me piace questa terra, questa vita, le cose che sento dentro di me, e gli incontri che faccio. Io amo questa