Verso Samarcanda
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Il quadro: Verso Samarcanda, acrilico su tela, cm 100 x 100.
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Verso Samarcanda
Ogni giorno ci riproviamo. Ricominciamo daccapo.
Molti di noi non riescono proprio a rimanere intontiti 24 ore al giorno.
Pieni del lavoro d’azienda, pieni di televisione e di chiacchiere che non dicono gran che.
È come se avessero un tarlo dentro.
Qualcosa che rode e che dice più meno: così non va bene, così è troppo poco.
Ma il mondo sembra una pasta densa che ti avvolge da ogni parte e ti rende i movimenti piuttosto impacciati.
Tutto quello che si fa e come lo si fa.
E se incontri gente, sembra di non riconoscersi.
Eppure…
Forse è sempre stato così, in qualche modo.
Non c’è da stupirsi.
Non c’è da stupirsi se i nostri sogni si rivestono di questa pasta che fuoriesce dai massa media e dalla logica dello spettacolo.
La cosa più viva, nella grande recita, è proprio quel tarlo che sentiamo dentro e che non ci permette di restare intontiti 24 ore al giorno.
Nei momenti di innocenza sentiamo che vogliamo integrità e verità e bellezza. Che il nostro cuore è bambino. E che sono le orecchie piene di rumori. Ma la vocina è sempre desta.
E allora ricominciamo volentieri daccapo, ogni mattina.
E magari siamo anche pronti ad attraversare il guado.
Anche la noia è amica della fede.
Se riuscissimo a chiudere l’interruttore. A staccare con il telecomando. A restare un po’ da soli con noi stessi. E ascoltare voci che vengono da lontano e che ci hanno accompagnato lungo tutto ilo cammino.
Voci deboli, ma penetranti.
La voce del tarlo, che senti solo quando smetti di far rumore.
Un tempo c’era Samarcanda.
Andavamo a Samarcanda per incontrare il nostro destino.
Com’è bello avere un destino!
Vuol dire essere qualcuno – non l’anonimo nella grande massa amministrata.
Ma se trovi il tasto che chiude i collegamenti, beh, se premi quel tasto, la voce del tarlo è lì presente. Dice: questo è troppo poco. Io desidero molto di più. E molto più vero.
Ci si può liberare di tutta questa polvere con una doccia di un minuto.
La vocina è sempre lì. È tagliente come una lama. E sono le corde che ci imprigionano ad essere recise.
E allora io sognai di riprendere il cammino per Samarcanda.
E ritrovatomi sulla strada sentii di nuovo la bellezza della vita.
Quell’itinerario che si muove verso Samarcanda.
È la mia strada.
Ho un destino.
Sono io.
BELLE NOTIZIE
L’amica pittrice Marida Maccari inaugura l’esposizione AGAPE, a Sarzana il 19 agosto, alle ore 18.30, presso il Caffè Storico Gemmi, via Bonaparte 11.
La gioia del colore. Questa è la prima cosa che i quadri di Marida Maccari ti comunicano. Già questo ti porta in una dimensione in cui vivere è gioco e piacere.
E scopri così – con estrema facilità – che Marida ama la Bellezza. Che la Bellezza è il volto della Vita e dell’Essere.
Che i suoi occhi la sanno cogliere.
Ed ecco il secondo passo: Marida accosta la via dell’arte all’interno di un percorso spirituale. La sua descrizione, il suo racconto, il romanzo illustrato dai suoi quadri è il Diario di Bordo di una donna che cerca il senso, che ascolta la sua anima, che ha detto di sì a un Richiamo. E’, in qualche modo, il Diario di un Guerriero della Luce. Nella gentilezza, nella dolcezza. Come chi si abbandona – al femminile – lasciandosi guidare dal mistero.
Non è casuale e privo di significato che in questo pellegrinaggio l’incontro con Paulo Coelho abbia avuto un ruolo importante.
Perché