Categoria : Eugenio Guarini
Categoria : Eugenio Guarini
Lettere da Nosolandia 20
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(Disegno: “Appena fuori dal porto”)
Appena fuori dal porto c’imbattemmo in una sterminata regione di cose inutili. Fu uno shock, sulle prime. Eravamo abituati al mondo dei numeri e dei profitti, al mondo in cui ciò che non ha prezzo non vale una cicca. E ora eravamo storditi dal cambiamento. Ci mettemmo un po’ per ritrovare il controllo delle navi. Ma il vento gonfiava le nostre vele, e comparve sui volti dell’equipaggio un sorriso diverso, una sorta di felicità intimidita. Sembrava che le cose inutili, che avevamo accantonato e ignorato proprio per questo, le cose inutili che avevamo lasciato fuori dai moli, avessero un incantesimo strano, suadente, inatteso. Fu durante quel lungo viaggio che scoprimmo l’utilità dell’inutile.
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(Disegno: “Artista di strada”)
Aveva una grande energia addosso e adorava la musica. Voleva che la gente ne potesse godere non solo nei concerti o nelle sale di audizione. Voleva che la musica circolasse per la città mentre le persone si recavano al lavoro, mentre andavano a passeggio o a fare la spesa. Sapeva che la musica fa bene, che smorza l’aggressività, commuove il cuore, aiuta a ritrovare la propria umanità.
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(Disegno: “Villa sul porticciolo”)
Oggi la malattia mi mostra il suo volto bellico. È come una guerra. Ci sono battaglie dall’esito mutevole. Esse non dicono ancora quale sarà l’esito finale. Nei giorni no io mi accartoccio, mi rinchiudo nell’antro più segreto. Non faccio niente, dormo. Lascio che sia il mio corpo a lavorare per la resistenza. In un breve momento di veglio ha disegnato questa villa sul porticciolo. Un rifugio, certo. Vicino al luogo dove il viaggio può essere ripreso. Non appena possibile.
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(Disegno: “Mattino”)
E si parte di nuovo.
Il tempo, un altro regalo.
Soprattutto la sete e la fame che spingono al viaggio.
La grande avventura nel fondo del cuore e un orizzonte promettente.
Io faccio al mondo sconosciuto una preghiera e gli butto addosso la rete dei miei sogni.
Buongiorno!
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(Disegno: “Lo sbarco”)
L’isola è il nuovo approdo. Bisogna esplorare il territorio. Lo facciamo anche se parte dell’equipaggio è malata. Dobbiamo trovare cibo e curare i sofferenti. Siamo deboli. Ci teniamo in piedi a forza di volontà. È il momento di tener duro. Non dobbiamo perdere il controllo. Non dobbiamo dare di testa.
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(Disegno: “Alzarsi”)
Ma dai, non insistiamo sulla fatica di iniziare la giornata. Basta una scossetta interiore per scrollarsi la sonnolenza di dosso. E rotolare nella vita. Come farebbe un ragazzino con ancora il moccolo al naso. Non si deve pensare tutto prima. Si può prender coscienza delle cose, quanto basta, mentre ci si mescola al mondo. Noi siamo immersi in una grande corrente. Noi navighiamo a vista. Ed è piacevolissimo aver a che fare con la gente e trafficare con gli eventi. Mentre teniamo vivo il sogno e seguiamo i segnali del cuore.
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(Disegno: “Rientro in porto”)
Okei, sembra che le cose siano rientrate. Sembra che anch’io possa ritornare in porto e salire sul vascello, per riprendere il viaggio. È un giorno diverso fin dal mattino. Dopo quarantotto ore passate a letto, a contenere gli effetti del male, stamani, tutto all’improvviso, tutto è nuovo. Si riaccende la fiamma. Ritorna lo slancio facile, il movimento felice. Sembra una sorta di ebbrezza. La vita.
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(Disegno: “Fiori di gioia”)
Wow! Siamo arrivati alla sera. I sanguinamenti sembrano cessati. È stata davvero una giornata speciale.
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