Il quadro: “Glicine”, acrilico su tela, cm 100×100.
Io non do alcuna importanza alle categorie: “astratto”, “figurativo”, “concettuale”, “informale” o cose del genere. Mi sembra che abbiano a che fare con la filosofia, con le parole, più che con il dipingere.
Non voglio avere nessuno stile definito a priori.
Voglio dipingere come butta, e provare ogni volta quella particolare sensazione che si è soliti chiamare ispirazione. Voglio provare quell’emozione nel fare quei gesti che sono il dipingere. E desidero suscitare emozione in chi guarda i miei quadri. E sentire che è avvenuto uno scambio, una comunicazione con quel linguaggio speciale che è la pittura.
Ieri, su Facebook, ho invitato gli amici a dare un titolo all’opera che allego.
E’ stato bellissimo sentire i numerosi suggerimenti. Mi ha dato la percezione di ciò che la mia pittura provocava nella sensibilità delle persone.
In quel momento mi sembrava che il mio quadro non fosse una semplice rappresentazione della vita, ma la vita stessa.
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