Categoria : Eugenio Guarini
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L’arte di sognare
Il quadro che allego a questa NL è dedicato al rapporto dinamico tra Eros e Psyche. È un quadro dell’anno scorso. Era un periodo in cui riflettevo molto sull’anima, su animare la vita, sul dare all’anima lo spazio e il ruolo che deve avere nell’avventura dell’esistenza. Cerano le letture di Hilmann che mi stimolavano e c’era la voglia di alimentare la dimensione spirituale della vita. C’era il legame che intravedevo tra Anima e la Donna, l’aspetto femminile della mia personalità, della mia arte, e c’erano le donne che ho amato e le donne che amo, le donne che mi sono amiche e le donne con cui sono in contatto.
Oggi lo metto di nuovo in mostra per accontentare il desiderio di una nuova amica, Annamaria di Palermo. Ma anche per raccogliere un filo conduttore che mi ha guidato e che sento nel cuore stesso della mia avventura, il filo rosso che mi conduce al ruolo del desiderio e del sogno nell’impresa straordinaria che è l’esistenza. E che è nel cuore del cambiamento e del rinnovamento.
Se mi chiedessero di ridurre ad uno solo il messaggio che voglio comunicare alle persone con cui sono in contatto, un messaggio vissuto con particolare intensità, non parlerei del coraggio di lottare, di resistere, di lavorare caparbiamente, di imparare dagli eventi, di rafforzarsi nelle prove – che pure è un aspetto importante e decisivo. Se mi fosse concesso solo un tema, parlerei dell’importanza di desiderare, di raccogliere i propri sogni, di crederci senza transazioni e ridimensionamenti. Di ascoltare senza filtri e inibizioni le voci interiori che annunciano i propri desideri, i propri sogni, di accoglierli senza economia, di visualizzarli in maniera vistosa e senza imbarazzo, di giurare che sono veri, di agire come se fossero già una realtà. Di crederci follemente, qualsiasi cosa dicano gli amici, gli esperti, i parenti, i “realisti”. E di agire di conseguenza.
Insisterei nell’ascolto quotidiano delle proprie folli visioni, nel rafforzamento della fede nei sogni, senza economia. Insisterei molto ma di molto sulla necessità di non abbassare la mira, di non ridimensionare i desideri, di accogliere pienamente la grandezza dei propri sogni. Di fare tutt’uno tra amore della vita e amore per i propri sogni. Di considerare l’anima come la custode dei sogni, la portatrice della tua verità e del tuo valore, l’ispiratrice della tua folle avventura. Di credere che i legami con l’anima che desidera, l’anima ispirata da Eros, sono i legami più potenti tra la tua avventura e le forze misteriose dell’universo. Di immaginare che è della tua anima sognatrice che l’universo s’innamora e la serve come un cavaliere offre la sua forza alla sua dama.
Perché so che è questo che libera le energie migliori e più creative e ti dona lo sguardo capace di vedere i sentieri che esistono nella geografia dell’esistente, e ti suggerisce quella cura dell’esistente che consente al futuro che si porta in grembo di venire alla luce. E da questo punto di vista non è più vero che la vita è una dura lotta, faticosa, impervia. Da questo punto di vista la vita diventa felice e succulenta avventura.
Da raccontare e celebrare ogni giorno, da consegnare alla leggenda, da annotare nel proprio diario di bordo, da cantare nelle canzoni ed esprimere nei versi, da danzare, da condividere con gli amici attorno al tavolo, col vino e l’enfasi del convivio.
L’arte di sognare avrebbe il posto da regina nel mio centro di formazione ideale, sarebbe nel cuore d’ogni processo di transizione e cambiamento, verrebbe prima d’ogni analisi della situazione, d’ogni raccolta dati
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