Categoria : Eugenio Guarini
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I soldi dell’ontonauta.
Andrea era la nostra ispiratrice in materia economica. Era una bella donna, benestante, ma non miliardaria. Aveva lasciato un posto da manager del reparto vendite di una multinazionale perché ci soffocava dentro e aveva inseguito la sua passione aprendo un negozio di fiori nel centro storico di Bologna.
Aveva conquistato i gradi di ontonauta per la sua calma creatività e per la determinazione con cui dava la preferenza alle esigenze umane – le sue – rispetto al successo finanziario.
Dedicava molto tempo a parlare con noi dei problemi economici. Come tutti i grandi maestri la prendeva sempre alla larga. Non voleva che restassimo incastrati nelle categorie esclusivamente economiche. Faceva leva sul nostro desiderio d’intraprendere, di avventura e di realizzazione umana.
Il vostro capitale più prezioso – diceva – sono i vostri sogni e la vostra salute. Lo spirito d’iniziativa, il volere una vita piena e la libertà da tutti i must sociali.
Questa mattina, passeggiando lungo il fiume, come ogni mattina, pensavo proprio questo: semmai diventassi miliardaria il mio benessere e la mia gioia di vivere dipenderebbe sempre soprattutto da queste camminate, dal respiro e dal movimento del corpo. Cose che posso fare anche senza i miliardi.
Ci guardava negli occhi, intuendo le nostre perplessità.
Inventate, ritenetevi liberi d’inventare – diceva –
Molti di noi – i più giovani – avevano un rifiuto per il mercato ufficiale, per le leggi finanziarie, le tasse e tutte le regole che incasinano le attività economiche. Si erano buttati, come prima tappa, nel mercato marginale delle fiere di paese, delle bancherelle, che assomigliava più a un gioco che ad un’attività economica vera e propria. Ci mettevano del loro in queste cose, perché i prodotti che vendevano o erano dei loro manufatti o degli assembraggi originali di cose prodotte da altri e trovate a poco prezzo. In più, si divertivano nella vita delle fiere di paese, nelle relazioni con il pubblico in quelle occasioni, e con il popolo delle bancherelle. Era una sorta di messa in scena, un teatro. E si trovavano personaggi curiosi, originali.
Altri stavano passando da un’azienda all’altra, seminando umanità dappertutto, ma finendo sempre per cercare altrove un luogo dove fare quello che amavano e guadagnarsi da vivere dignitosamente fosse la stessa cosa.
Molti sognavano di mettersi in proprio – come si usava dire.
Ci guardava negli occhi e diceva:
Avete trovato il coraggio di fare quello che amavate e di farlo a modo vostro. Avete provato a voi stessi che con poche risorse si possono fare molte più cose di quello che sospettavate quando la vostra testa era piena di calcoli e di paure. Avete imparato ad accettare l’esistente e a guardarlo come un’opportunità e una promessa, anche quando le vostre vecchie abitudini analitiche vi vedevano solo mancanza e ostacoli.
Tutto questo ha formato voi stessi. Ha prodotto uno spessore umano nuovo dentro di voi.
Avete imparato che ognuno di voi ha qualcosa da fare a questo mondo. Qualcosa che fa della sua vita una benedizione per molti altri e per la vita intera. Restate in questa dimensione. E inventate.
La vostra avventura è già collocata nella sfera economica. Non avete neanche la scelta di entrarvi. Ci siete già immersi. L’economia fa parte dell’esistente. Voi pagate l’affitto, le bollette, i vestiti nei negozi, il cibo al supermercato, la benzina per i vostri spostamenti d’auto. È bello pensare che come acquistate le merci e i servizi sul mercato, dando da vivere a chi produce, trasporta, adatta, così anche voi potete trarre le risorse finanziarie di cui avete
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