Categoria : Eugenio Guarini
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Nuovi triller
Poi le cose incominciarono a farsi molto interessanti. Noi ci eravamo impegnati in quest’avventura. E volevamo che la gente ne fosse informata. Si trattava di qualcosa di inedito, assolutamente nuovo.
Di solito l’eroe, o l’investigatore, raggiungono risultati piuttosto vistosi e tangibili. Si conquistano dei traguardi o si scoprono gli assassini. Gli eroi dei nostri romanzi, o dei film, sono persone molto sagaci, hanno una straordinaria mobilità, e spesso prestanza fisica eccezionale.
Qui era tutto su un altro piano. Una dimensione in cui il romanzo d’avventura non si era ancora spinto. Perché si trattava di vita interiore. E nessuno crede che la vita interiore abbia qualcosa di simile a un romanzo d’avventura. E invece…
Harrison ce lo spiegò con il suo solito modo, allusivo e immaginifico.
– Prendi per esempio che guardi il cielo in una di queste notti invernali. Milioni, miliardi di stelle, conficcate nel buio terso della volta celeste, e che ti danno la netta sensazione di uno spazio infinito. Che a figurarsi su un’astronave non finiresti mai di esplorare… Uno spazio infinito. Territorio di avventure senza limiti. Oggetto di una ricerca interminabile…
Bene. Ora fai un salto mortale e mettiti al microscopio per esaminare una porzione infinitesima di questo spazio infinito. Hai un potente microscopio, di quelli che sembrano penetrare nei pori del mondo. Cosa trovi? Un altro spazio infinito, paragonabile a quello che hai appena visto all’esterno.
Che impressioni ne porti?
Noi vedevamo l’incredibile abbondanza dell’essere. Sgomenti e attratti nello stesso tempo. Dentro e fuori erano quasi incommensurabili. Una sensazione di stordimento. Che ci faceva chiedere: ma che è mai la vita? Che è mai questa realtà, in cui pensiamo di essere e di muoverci? Sembrava che il mistero non fosse fuori della porta, ma ci bucasse gli occhi da qualsiasi punto d’osservazione.
Harrison ci venne in aiuto.
– Siamo saggi. A noi basta vivere nelle dimensioni che sono commisurate col nostro corpo e con la nostra immaginazione. Mantenendo questo senso di sospensione… Ma essendo anche audaci.
Ci sono cose là fuori che sono imprese assai note, si scavano pozzi, si costruiscono strade, si indaga sui delitti, e si scala la piramide dell’azienda. Si scovano le notizie e si fanno trasmissioni televisive. Hai presente? Tutti i nostri film ci parlano di questo. E parlano anche delle nostre passioni, dei nostri sentimenti, gioie e dolori… Noi sappiamo tutto su tradimenti, riconciliazioni, sesso con le manette e poesia al suono della chitarra…
Ma c’è dell’altro nella nostra dimensione. Territori appena sfiorati che attendono di essere scoperti. Oggi la chiamano spiritualità. E non si tratta più di idee e di dottrine. E’ qualcosa che può essere osservato direttamente, da ognuno di noi. È qualcosa di cui si può parlare. È qualcosa che può essere un territorio di esplorazione, di conquista, d’avventura.
Ci guardava negli occhi, consapevole della nostra perplessità. Una pausa, e poi riprese:
– La tua azienda dà segni di turbolenza, il mercato è volubile, sembra catastrofico, i dirigenti hanno consegne precise che concernono l’ultima cifra in fondo alla contabilità. Vieni a sapere, all’improvviso, che le promesse e le quasi garanzie di ieri oggi sono completamente evaporate. Hai appena perso l’opportunità che ti avevano offerto, altrove, perché pensavi che la tua seggiola era ormai sicura.
Si scatena dentro di te un turbine, una tempesta emotiva che ti fa fibrillare le connessioni mentali.
Ecco, si apre un territorio che non conosci abbastanza. Pensavi che bastasse imporsi direttive della volontà. Emettere ingiunzioni: Calma! Sangue freddo! Devi guardare lucidamente la situazione, trovare una via d’uscita… Ma non basta. In realtà non hai sotto
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