Categoria : Eugenio Guarini
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La sindrome…
– Okei, diamogli un nome.
– Di cosa stai parlando? Vuoi spiegarti!
– Santo cielo. Ci sto provando. Cominciamo col dargli un nome, come fanno tutti, psicologi, medici… solo che qui siamo in un altro ambito. Sembra non si tratti di malattia. Sarebbe strano parlarne come malattia. Ma probabilmente è un ingrediente alla radice di qualche genere di malattia.
– Non è che stai diventando più chiaro…
– Un momento. Per gradi… dunque. Ammettiamo che tu stia leggendo un libro di poesia che ti invita a vivere pienamente, come i versi di Emily Dikinson… e che, leggendo, avverta dentro di te come uno slancio, un rigurgito cado che ti sale alla testa e al cuore. Ma che dico? Ammettiamo che legga un libro di Coelho, l’Alchimista, va bene?
– L’ho letto, infatti…
– Seguimi… Tu leggi questo libro e senti la bellezza di certi passi, che sono una sorta di richiamo a un modo diverso di vivere. Senti qualcosa. Io dico: un richiamo a qualcosa che ti riguarda in proprio. La tua immaginazione ti suggerisce che se tu facessi così, se tu ti decidessi a fare in quel modo, si aprirebbe un orizzonte nuovo, forse potresti sperare di avere una vita all’altezza delle tue aspirazioni, dei tuoi sogni…
– Beh, questo mi capita regolarmente.
– Lo so quello che ti passa per la testa. Qualcosa del genere: ma che razza di vita sto vivendo. Io sono chiamato a ben altre altezze. Solo che bisogna tirare a campare, ho una moglie e due bambine. È già una gran fortuna che mi hanno assunto in quest’azienda farmaceutica. Sì, tante volte è una rogna… anzi è quasi sempre una rogna… tutti i giorni… soprattutto quando ci radunano alle convention per il lavaggio del cervello… Ma ho un buon lavoro e devo leccarmi i baffi. Ho un sacco di conoscenti che se la passano piuttosto male…. Cose del genere, vero? E poi, magari, aggiungi anche: ma, in fondo, chi presumo di essere? e chi mi dice che avrei la capacità? Il talento? Insomma, è meglio che me ne resti modestamente in quello che faccio…
– Beh, come psicologo non vai male… Dove mi vuoi portare?
– Lo so. La conosco questa cosa perché l’ho vissuta anch’io. Diverse volte.
Ad avere paura sembra piuttosto umano. Dobbiamo in fondo sorreggerci a vicenda nelle nostre debolezze. Non è così?
Come dire, una mano lava l’altra. Insomma sei debole tu, sono debole anch’io. Coraggio!
– Una mano lava l’altra! Ma qui non si tratta mica di un crimine!
– Crimine è una parola che viene usata per altre cose. Ma se vuoi usarla come metafora, non credi che potrebbe esserlo?
Ma, non spingiamoci troppo oltre…, ritorniamo alla cosa.
La cosa è circoscritta finora in questo: tu hai una vita moralmente piuttosto modesta – nel senso che dicevi prima: che insomma ci sarebbero altre scelte, quelle che ti vengono in mente mentre leggi un libro ispirato, ricordi? – Eravamo al libro di Coelho – Una parte di te ne è profondamente commossa, quindi anche mossa. Perché sei una persona sensibile. Vero?
Sembra che leggendole e dando loro il tuo assenso, il cuore ti si riempia per un momento. Ma poi, concludi che sarebbe bello, ma hai una famiglia da mantenere e soprattutto che è meglio non presumere troppo di se stessi.
La modestia è certamente una virtù che ha molti sostenitori, qui attorno.
Sarebbe bello, ma… La chiamiamo così? La sindrome del sarebbe bello, ma… Avevamo detto di darle un nome. Eccolo, dunque. La sindrome del
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