E poi ti svegli al mattino con questa potente spinta del cuore. Senti perfino inquietudine, perché il desiderio è trepido. Come un ospite che non riesce a star seduto. E la marea cresce e tu senti la bellezza di un altro tipo di vita. E vedi come dovrebbero essere le cose. E, in fondo, lo sono. Ma, appunto, in fondo – perlopiù. Però, a disposizione.
E ti lasci portare dalla corrente. E fai tutto quello che viene da fare. E non temi perché la corrente è vita. Stai danzando, probabilmente. O canti. Dai una forma bella a tutto ciò che tocchi. E attraversi d’amore ogni persona in cui t’imbatti.
E i dormienti ti prendono per matto. Ma sorridono, poi, perché tu li svegli. Dai loro il benvenuto alla vita.
E si dimentica tutti i pensieri della sera prima. E il desiderio dipinge il film della tua avventura. E capisci come era sciocco esitare. Com’erano deboli i fantasmi che ti trattenevano per il lembo delle maniche.
E il quotidiano – la solerte operosità di tutti i giorni – scivola come d’incanto nella forma bella del tuo sogno. E, se parli, sei ispirato. Se suoni, improvvisi. Se tocchi, incanti. Se pensi, i pensieri ti danzano tra le dita. E gli occhi si rovesciano a cavalcioni del sorriso.
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