Il cielo

Il quadro: Uscire a primavera.


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Il cielo


Ho settant’anni e ho fretta!
Possibile che sia così stupido?
La mia stessa mente trova questo paradossale.


Forse so che devo morire – tra poco – e vorrei bruciare i tempi, la vita…
Ma cosa vorrei fare? Cosa vorrei provare, sentire?


La mattina vado a camminare – tempo permettendo – nelle strade panoramiche della mia geografia. Ci vado presto, molto presto. Non c’è ancora nessuno in giro. Appena fuori della macchina, appena incomincio a muovere il corpo e respirare, alzo gli occhi al cielo e lo vedo immenso. Allora, senza tanto pensarci, mi viene fuori una specie di preghiera. Dico: fammi avere un pensiero e un sentire grande come questo cielo.


Sì, mi piace questa dimensione del cielo, vorrei essere così. Sento che è la mia dimensione. Uffa! Come sono stretti i margini della mia vita, i confini dei miei movimenti, del mio sentire, del mio conoscere, del mio fare…


E passo del tempo con questo desiderio che si è acceso dentro di me. Cammino, respiro, muovo il sedere, sciolgo le spalle, e continuo a dire: così, come il cielo!


E mi sembra di essere proteso verso una sorta di confine. Come se stessi allungando il dito oltre la mia mano e il mio braccio, per arrivare lì, oltre, verso… cosa?


Come tutti traffico con le persone, con le cose. Le mie mosse sono fondate sul fatto che penso di sapere che se faccio questo succede più o meno quest’altro. E vedo che così facendo, le cose in qualche modo rimangono sotto controllo. Ma sono sempre sulla stessa giostra. È luminosa, sfavillante, ma è piccola (!), come tutte le giostre.


Rifletto e capisco che so di non sapere. So che quelle opinioni non sono una scienza certa. Non mi preoccupo affatto: l’idea di navigare a vista la trovo giusta, adeguata. È l’avventura. Ma – per favore – non sempre nella stessa giostra!


Guardo il cielo e dico: così, grande e largo, come il cielo. Qualcosa del genere. So che il cielo è la mia giusta dimensione. Ma ora, dove sono? È questo che spiega la mia fretta?

Categorie: Eugenio Guarini