Un giorno o l’altro

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Il quadro: Un giorno o l’altro, acrilico su tela, cm 100 x 100


Un giorno o l’altro


Certo, un po’ per volta, giorno dopo giorno.


Okei, è stato un periodo di angustie, le solite cose.
Okei, inquietudine vissuta male. Da stupido.
Ma un po’ per volta.
Giorno dopo giorno.
Le cose finiscono per chiarirsi.
Proprio le cose che contano.


E viene il momento in cui te ne rendi conto con sufficiente chiarezza.
E c’è posto dentro di te per accogliere questa consapevolezza con la gioia fresca della nascita.


Se ti svegli al mattino che vuoi fare lo scrittore, che non c’è altro che ti possa rendere felice, se succede questo, tu devi assolutamente fare lo scrittore.
E se ti svegli pensando che assolutamente devi cantare, perché cantare è la tua felicità, assolutamente tu devi fare il cantante.


È così che si va incontro alla vita piena, alla vita appassionata e appassionante. È questo il modo di incamminarsi nel significato e nel valore.


E se viene il tempo in cui al mattino niente ti tirerebbe giù dal letto se non la pesantezza del cuore che ti rallenta i movimenti. Se viene il periodo in cui tu hai perso quella grazia di sentire il richiamo, subito, appena ti svegli, al mattino… Se succede questo, beh, allora tu devi assolutamente metterti a ricercarla.
Perché alzarsi al mattino senza niente che ti spinga fuori dal letto, senza niente che ti catapulti nella giostra della vita con l’entusiasmo e la voglia di darci dentro, questo è una cosa terribile, e anche un  brutto segnale.
Ma è un segnale.
E devi lasciarti scuotere da questo segnale.
Allora devi fare di tutto, inventarne una dopo l’altra, pur di ritrovare quel tesoro che hai perso.
E fare pulizia di tutte le paure e le ragionevolezze che ti hanno indotto a fare economia – troppa economia – del tuo coraggio.

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